La camera di sangue by Jane Nickerson

La camera di sangue by Jane Nickerson

autore:Jane Nickerson [Nickerson, Jane]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852044557
editore: Mondadori


20

REGOLE DIFFERENTI

— Signorina Sophia! — Charles mi corse dietro nel corridoio per consegnarmi un cestino da picnic. — Ecco il pranzo che il signor Alphonse ha preparato per voi. Gli ho consigliato di metterci una tortina ai fiori d’arancio in più, perché so che vi piace.

Era lunedì e mi ero vestita per la mia passeggiata nel bosco. L’affabilità di Charles mi commuoveva. Senza pensare, gli misi una mano sul braccio. Volevo ringraziarlo per tutto, non solo per il cestino, ma per la sua costante cortesia nei riguardi miei e di Botton d’Oro.

In quel preciso momento monsieur Bernard svoltò l’angolo. I suoi occhi andarono dritti alla mia mano che toccava Charles. Le sopracciglia gli si sollevarono lievemente. — Oh-oh! Picnic in vista, ma loutre? Ci sono delle nubi minacciose, ma so che non ti fermeranno. Non ti priveresti mai delle tue passeggiate nel bosco.

— Proprio così, signore. Amo stare all’aperto più di ogni altra cosa. — Studiai il suo viso, però era imperscrutabile.

— Oui, più di ogni altra cosa — disse con uno strano sorriso.

Era dispiaciuto. — Magari… magari avete voglia di accompagnarmi.

— Non oggi. Ho degli affari urgenti da sbrigare. Ti dico au revoir così potrai avviarti. Non dimenticare il mantello.

Lui proseguì lungo il corridoio e io restai a guardare la sua figura imponente, vestita di un appropriatissimo marrone ocra, fin quando non sparì dietro l’angolo. Non gli piaceva che mi divertissi senza di lui. Questo, però, non mi avrebbe fatto rinunciare alle mie passeggiate nel bosco, che rappresentavano la mia unica possibilità di evasione. E sarebbe stato bello incontrare di nuovo il reverendo Stone, anche se, ricordai subito a me stessa, era una possibilità remota.

Nonostante il cielo incerto e le istruzioni di monsieur Bernard, uscii di casa senza portare il mantello.

Odette accettò una tortina ai fiori d’arancio facendo la faccia accigliata, ma ormai conoscevo abbastanza bene le sue espressioni per immaginare che avesse gradito. Aveva già cominciato a mangiarla quando mi avviai nel bosco, dondolando il mio cestino. Mi guardai attorno per essere certa che non si fosse appostato nessuno. Affrettai il passo e girai più volte in tondo per confondere chiunque mi stesse eventualmente pedinando.

Se la settimana precedente le foglie d’autunno erano perlopiù di un arancione e di un rosso accesi, adesso calpestavo un tappeto naturale di oro puro e mi pareva di percorrere le vie del paradiso. Un’improvvisa folata di vento mi fece piovere una cascata dorata addosso, che parve una benedizione dall’alto.

Eccolo davanti a me. Il reverendo Stone. Chino su una roccia in un felceto costellato di massi, intento a disegnare. Esitai. Sebbene ci fossimo già presentati, era sconveniente rivolgere la parola a un uomo solo. E se avesse desiderato restarsene per conto suo? Era più forte di me… dovevo avvicinarmi. Entrai nella radura e dissi: — Reverendo Stone! Che bello rivedervi.

Lui sollevò lo sguardo e gli si animò il viso. Si alzò impacciato e fece un inchino. — Signorina Petheram! Confesso di essermi chiesto se vi avrei trovata qui, visto che amiamo entrambi questo luogo selvatico.



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