La casa dei pini fruscianti by Anna K. Green

La casa dei pini fruscianti by Anna K. Green

autore:Anna K. Green [Green, Anna K.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: giallo
pubblicato: 1909-12-31T23:00:00+00:00


3.

"Spaccate il vetro!"

Ci volle un po' perché apprendessi tutti i particolari del suo risveglio.

Era accaduto al tramonto. Un raggio di sole basso sull'orizzonte aveva colpito il letto, e l'infermiera si era alzata per andare a chiudere l'imposta, quando una sommessa esclamazione del medico l'aveva richiamata indietro, e aveva visto le candide palpebre di Carmel tentare debolmente di sollevarsi per la prima volta sugli occhi che così a lungo erano rimasti chiusi. Conservò per sempre il ricordo della sua giovane paziente in quell'istante, con il colore della vita che riprendeva che le saliva alle guance, pallido riflesso dei pizzi rosati fra cui giaceva.

Carmel aveva i capelli bruni; e brune erano le sue sopracciglia squisitamente disegnate, e le lunghe ciglia che si incurvavano sopra gli zigomi. In mezzo a tutto quel rosa... un rosa caldo, lo stesso che si ritrova all'interno delle conchiglie, il loro colore sembrava ancora più bello; e nulla, nemmeno la lunga cicatrice scura che le attraversava il viso dall'occhio al mento, riusciva a privarla del suo particolarissimo e seducente fascino. Era incantevole; ma era l'incanto dei lineamenti e dell'incarnato, quello dei bambini. Anima e mente dormivano ancora, però da un momento all'altro si sarebbero risvegliate, come tutti pensavano, alla vita cosciente e... se alla vita cosciente, allora anche alla sofferenza cosciente.

Era un momento solenne. Se l'uomo che l'amava fosse stato presente... o almeno suo fratello, che, per quanto ombroso, certamente avrebbe sentito il legame del sangue parlare a voce più forte persino dei suoi timori in un istante così critico... sarebbe stato ancora più solenne. Ma ad eccezione del medico e forse dell'infermiera, solo coloro che si interessavano a lei come testimone nel caso più complesso negli annali della polizia locale si erano riuniti nella stanza per assistere in silenzio alla scena, in attesa di una parola o di uno sguardo capaci di tagliare di netto il nodo gordiano che nessuno di loro, fino ad allora, era riuscito a sciogliere.

Successe tutto a un tratto, come tutti i grandi mutamenti. Un attimo teneva le palpebre abbassate, il suo viso era tranquillo, il suo corpo conservava nel riposo un'immobilità da statua; quello dopo i grandi occhi violetti si erano spalancati sul mondo, le labbra e le braccia si muovevano insicure, ma senza alcun dubbio si muovevano, della loro improvvisamente ritrovata libertà. Fu allora... e non successivamente, quando già aveva recuperato pienamente le facoltà coscienti, che il suo viso, per chi le si trovava più vicino, sembrò assumere le sembianze di quello di un angelo. Quel che vide, o quali immagini le erano rimaste del mondo misterioso in cui era vissuta per tanto tempo, nessuno lo seppe mai... e nemmeno lei, forse, avrebbe potuto dirlo. Ma il rapimento che permeava la sua espressione ed esaltava la bellezza dei suoi lineamenti fece sì che si trovassero tutti poco preparati alla trasformazione che si operò non appena il suo sguardo si posò per la prima volta sul medico e sull'infermiera. Il raggio di sole che cadeva sul letto non era stato più luminoso dei suoi occhi durante quei primi tremuli istanti di nuova vita.



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