La chiave segreta per l'Universo by Lucy Hawking & Stephen Hawking

La chiave segreta per l'Universo by Lucy Hawking & Stephen Hawking

autore:Lucy Hawking & Stephen Hawking
La lingua: ita
Format: azw3, epub
Tags: Foreign Languages, Italian, Literature & Fiction, Children's eBooks, Children's Books
editore: Mondadori
pubblicato: 2015-07-13T22:00:00+00:00


Prima di sera, i quattro avevano fatto prendere un brutto spavento a diversi concittadini. Avevano sparato schizzi d’acqua colorata contro una vecchia signora, gettato farina viola su un gruppo di bimbetti e petardi sotto un’auto parcheggiata, facendo credere al proprietario che stesse per saltare in aria. Ogni volta avevano provocato più confusione possibile ed erano corsi via prima che qualcuno potesse acciuffarli.

Ormai avevano raggiunto la periferia della città, dove le case cominciavano a diradarsi e non si allineavano accoglienti lungo stradine strette, ma erano più grandi e più isolate. Quelle case avevano lunghe distese di prati verdi con siepi alte e vialetti di ghiaia scricchiolanti. Si faceva buio e le grandi ville, con le loro finestre buie, i colonnati e i portoni imponenti, avevano un aspetto spettrale nella luce incerta. Per lo più erano oscure e silenziose, quindi i quattro non si presero il disturbo di risalire i viali per suonare il campanello. Stavano per dichiarare chiusa la giornata, quando raggiunsero l’ultimissima casa della città, un edificio enorme, irregolare, con torrette, statue sgretolate e un vecchio cancello di ferro sbilenco. Tutte le finestre del pianterreno risplendevano di luci.

— L’ultima! — annunciò Ringo allegro. — Finiamo in bellezza! Pronti?

I compagni controllarono la provvista di trucchi e scherzi e lo seguirono sul viale coperto di erbacce. Mentre si avvicinavano alla casa, notarono un odore disgustoso di uova marce, che diventava più penetrante a ogni passo.

— Puah! — commentò il grosso diavolo, tappandosi il naso. — Chi l’ha fatta?

— Non sono stato io! — squittì Brufolo.

— Chi la sente l’ha fatta — disse Ringo in tono minaccioso. Ormai la puzza era così rivoltante da togliere il fiato e via via che i ragazzi si avvicinavano al portone screpolato, l’aria stessa sembrava diventare densa e grigia. Con una mano sollevata a tapparsi bocca e naso, Ringo schiacciò il campanello rotondo. Risuonò un rintocco triste e solitario, come se il campanello non fosse usato da un pezzo. Con sua sorpresa, la porta si socchiuse all’istante e dallo spiraglio uscì un dito ricurvo di fumo grigio giallastro.

— Sì? — ringhiò una voce sgradevole, eppure stranamente familiare.

— Dolcetto o scherzetto? — gracchiò Ringo, respirando a fatica.

— Scherzetto! — gridò la voce e la porta si spalancò. Per un istante, i ragazzi si videro davanti un uomo con il viso nascosto da un’antiquata maschera antigas; l’istante successivo, un nuvolone di fumo puzzolente grigio e giallastro sgorgò dalla porta, nascondendolo alla vista.

— Via! — urlò Ringo. Gli amici non ebbero bisogno di farselo ripetere, se l’erano già data a gambe. Ansimando e sbuffando, filarono sul viale, oltre il cancello e fino al marciapiede, dove finalmente si fermarono e si strapparono dalla faccia le maschere di Halloween, per riprendere fiato. Ringo però non era più con loro. Era inciampato sul viale ed era caduto sulla ghiaia. Si stava rialzando, quando l’uomo uscì dalla casa e si diresse verso di lui.

— Aiuto! Aiuto! — urlò Ringo. Gli altri tre lo guardarono, ma nessuno di loro se la sentì di correre in suo soccorso.



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