La commedia umana by Honoré de Balzac

La commedia umana by Honoré de Balzac

autore:Honoré de Balzac [Balzac, Honoré de]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-19T09:33:54+00:00


tiepidi zefiri.

L’ora era venuta, Diane stava per avvolgere quel grand’uomo nelle liane inestricabili d’un romanzo costruito su una fonte remota, e che egli si preparava ad ascoltare come un neofita dei piů bei giorni della fede cristiana ascoltava l’epistola d’un apostolo.

-Amico mio, mia madre, che vive ancora ad Uxelles, mi ha maritata a diciassette anni, nel 1814 (vede che son vecchia!) a monsieur de

Maufrigneuse, non per amor mio ma per amore verso di lui. Si sdebitava cosě, verso il solo uomo che abbia amato, di tutta la felicitŕ che aveva ricevuta da lui. Oh! non si stupisca troppo di questa orribile combinazione, (41) si (41) Quella che qui Balzac chiama “orribile combinazione”, č un progetto accarezzato anche da Henriette de Mortsaulf, l’eroina del romanzo Il giglio nella valle (1836), che in punto di morte, consumata dal rimpianto, non solo offre se stessa al giovane Félix de Vandenesse con cui ha vissuto un amore extraconiugale tutto platonico, ma addirittura gli propone di sposare la propria figlia.

verifica spesso. Molte donne sono piů amanti che madri, come la maggior parte sono migliori madri che buone mogli. Questi due sentimenti, l’amore e la maternitŕ, cosě come sono sviluppati dai nostri costumi, si combattono spesso nel cuore delle donne; (42) ce n’č uno che deve soccombere quando la loro forza non č pari, il che fa di qualche donna (42) č un conflitto che lo

scrittore fa vivere a Julie

d’Aiglemont, l’eroina del romanzo La femme de trente ans (1834).

eccezionale la gloria del nostro sesso. Un uomo di genio come lei deve comprendere queste cose che stupiscono gli sciocchi ma che per questo non sono meno vere, e, dirň di piů, sono giustificabili con la differenza dei caratteri, dei temperamenti, degli affetti, delle situazioni. Io, per esempio, dopo venti anni di disgrazie, di delusioni, di calunnie patite, di pesanti dolori, di piaceri sterili, non sarei forse disposta a

prosternarmi ai piedi d’un uomo che mi amasse sinceramente e per sempre?

Ebbene, non sarei forse condannata dal mondo? Eppure venti anni di sofferenze dovrebbero scusare una decina d’anni che mi restano ancora da vivere bella, dedicati a un santo e puro amore. Ciň non avverrŕ, non sono tanto sciocca da voler diminuire i miei meriti agli occhi di Dio. Ho portato il peso della giornata e del caldo fino a sera, finirň la mia giornata, e avrň guadagnato la mia ricompensa…

“Che angelo!” pensň d’Arthez.

-Insomma, non ho mai avuto rancore per la duchessa d’Uxelles perché ha amato piů il duca de Maufrigneuse che la povera Diane. Mia madre mi aveva visto pochissimo, mi aveva

dimenticata; ma s’č comportata male con me, da donna a donna, e quello che č male da donna a donna diventa orribile da madre a figlia. Le madri che fanno la vita della duchessa d’Uxelles tengono lontane le figlie, sono dunque entrata in societŕ quindici giorni prima del mio matrimonio. Giudichi lei la mia innocenza! Non sapevo niente, ero dunque incapace d’indovinare il segreto di quell’unione. Avevo un bel patrimonio; sessantamila lire di rendita in foreste, che la



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