La diciassettesima luna by Kami Garcia e Margaret Stohl

La diciassettesima luna by Kami Garcia e Margaret Stohl

autore:Kami Garcia e Margaret Stohl
La lingua: it
Format: mobi
ISBN: 9788852023033
editore: Mondadori
pubblicato: 2012-04-03T12:05:53+00:00


17-06

Custodire

Se c’era una fonte di informazioni affidabile, da quelle parti, era la gente di Gatlin. In una giornata del genere non c’era bisogno di aguzzare la vista per rendersi conto che quasi tutto il paese si trovava lungo lo stesso chilometro. Il cimitero era affollato di persone quando arrivammo, tardi come al solito, grazie alle Sorelle.

Prima Lucille non voleva entrare nella Cadillac, poi ci eravamo dovuti fermare ai Giardini dell’Eden perché zia Prue voleva comprare fiori per tutti i suoi ultimi mariti, solo che nessuno le sembrava abbastanza bello e, quando finalmente eravamo risaliti in macchina, zia Mercy non mi aveva consentito di superare i trenta chilometri orari. Erano mesi che vivevo nel terrore di quel giorno. Adesso era arrivato.

Arrancai lungo il sentiero di ghiaia in salita, nel Giardino della Pace Perpetua, spingendo la sedia a rotelle di zia Mercy. Thelma era dietro di me, a braccetto con zia Prue da una parte e zia Grace dall’altra. Lucille le seguiva, procedendo con cautela sui sassolini, attenta a mantenere una certa distanza. La borsetta in pelle verniciata di zia Mercy, appesa al manico della sedia a rotelle, oscillava dandomi delle pacche sullo stomaco un passo sì e l’altro no. Già sudavo al pensiero della sedia che si arenava nella folta erba estiva. C’erano alte probabilità che io e Link avremmo dovuto prendere in braccio la passeggera.

Arrivammo in cima alla salita in tempo per vedere Emily che si pavoneggiava nel suo nuovo abito bianco che le lasciava la schiena scoperta. Ogni ragazza comprava un vestito nuovo per il Giorno dei Morti. Non si vedevano né infradito né canotte, solo gente vestita di tutto punto. Era come una riunione di famiglia allargata, ma moltiplicata per dieci, perché quasi tutto il paese e gran parte dell’intera contea erano in un modo o nell’altro imparentati con te, un tuo vicino o il vicino del tuo vicino.

Emily ridacchiava e si strusciava addosso a Emory. — Hai portato la birra?

Lui aprì la giacca, mostrando una fiaschetta color argento. — Ho anche di meglio.

Eden, Charlotte e Savannah chiacchieravano vicino alla tomba di famiglia degli Snow, che godeva di una posizione di spicco, al centro delle file di lapidi. Era ricoperta di fiori e cherubini di plastica sgargianti. Accanto alla lapide più alta c’era persino un piccolo cerbiatto di plastica che ruminava l’erba. La decorazione delle tombe era un’altra delle competizioni di Gatlin – un modo per dimostrare che tu e i membri della tua famiglia, persino quelli defunti, eravate migliori dei vostri vicini e dei loro parenti. La gente dava il meglio di sé. Corone di plastica con foglie di vite in nylon verde, coniglietti e scoiattoli lucenti, persino vaschette per uccelli che diventavano così roventi per via del sole che a toccarle potevi ustionarti le dita. Non c’erano limiti. Più una cosa era kitsch, meglio era.

Tra quegli oggetti, mia madre aveva avuto le sue preferenze, di cui rideva di gusto. — Sono nature morte, opere d’arte come quelle dipinte dai maestri olandesi e fiamminghi, solo che sono di plastica.



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