La Musa degli Incubi by Laini Taylor

La Musa degli Incubi by Laini Taylor

autore:Laini Taylor [Taylor, Laini]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Fantasy, Urban, Romance
ISBN: 9788893255462
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2019-02-13T16:00:00+00:00


30

Come mangiare torte in sogno

Il sole tramontò. Una cena leggera venne preparata e consumata. Sarai si occupò di Minya, la nutrì e la cambiò, lasciò Feral a sorvegliarla e andò nella sua stanza.

Lazlo era già lì e i passi di lei nel corridoio furono molto più rapidi e leggeri del solito. In effetti, i suoi piedi sfioravano a malapena il pavimento. In tutti quegli anni, dopo il tramonto, quando gli altri andavano a letto, lei tornava nella sua stanza – non per dormire, ma per mandare le sue falene a portare incubi agli abitanti di Pianto. E, sebbene passasse ogni notte nella mente di centinaia di persone, si era sempre sentita sola. Ma adesso no.

Davanti alla porta, si fermò. Dentro di sé sentiva uno sfarfallio, perché sapeva che Lazlo era lì dentro e che la notte era lunga e tutta per loro.

Quella mattina, con la luce rosea dell’aurora che filtrava dalla finestra, lei si era liberata dei suoi indumenti e si era sdraiata sul letto, e Lazlo si era sdraiato insieme a lei. Avevano dormito pelle contro pelle e si erano incontrati in sogno, e anche lì erano stati pelle contro pelle.

Essere un fantasma aveva molto in comune con lo stare in un sogno. Nemmeno questo era “reale”, nel senso stretto del termine. I sogni attiravano ricordi, esperienze. Come Sarai aveva scoperto insieme a Lazlo, nei loro sforzi di creare una torta non si può gustare un sapore che non si conosce già.

La stessa cosa valeva per il suo corpo fantasma. Sarai sapeva che tutte le sensazioni, adesso, erano l’idea migliore che la sua mente elaborasse sulla base delle esperienze che lei aveva vissuto in precedenza, e lei non aveva sperimentato quasi niente. Lazlo non aveva mai toccato la sua pelle vera, tranne quando aveva trasportato il suo corpo morto, e lei lo aveva baciato soltanto in sogno. Così, quando le labbra di lui le avevano sfiorato il capezzolo, o le sue dita le avevano accarezzato il contorno dell’ombelico, lei aveva potuto soltanto immaginare la sensazione. Una sensazione che sembrava vera. Che sembrava meravigliosa, ma non poteva fare a meno di pensare che fosse come mangiare torte in sogno, cioè: un pallido riflesso della vera e sublime vastità del piacere che è un privilegio dei vivi.

Non che avesse potuto apprezzare quel privilegio, finché era stata in vita. Non ne aveva mai avuto la possibilità e, ormai, non l’avrebbe più avuta. Era un pensiero triste, ma c’era una salvezza: nei sogni, la sensazione poteva essere condivisa, proprio come le emozioni e il sapore delle torte. Finché uno dei sognatori la conosceva, poteva essere trasmessa all’altro per mezzo del sogno, perciò quando Sarai sfiorava con le labbra il capezzolo di Lazlo, o lo accarezzava con il dito intorno all’ombelico, poteva sentire quello che lui provava e condividerne la sublime vastità sostituendosi a lui.

Stava pensando a questo, imbarazzata, eccitata e bramosa, quando entrò nella stanza... e la trovò trasformata.

Si arrestò sulla soglia e si guardò intorno, stupefatta. Era sempre stata una bella stanza,



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