La notte che Pinelli by Andriano Sofri

La notte che Pinelli by Andriano Sofri

autore:Andriano Sofri
La lingua: ita
Format: epub


Torniamo dunque a Valpreda e Pinelli.

Non è vero che Valpreda irrompa sulla scena degli indiziati (anzi: dichiarati senz'altro colpevoli) della strage, il 15 dicembre. Così dice Calabresi, interrogato dal p.m. alle 11 di mattina del 16 dicembre '69, quando non sono passate dieci ore dalla morte di Pinelli. Dice di aver appreso nella mattinata del 15 che a Roma cercano Valpreda, e che l'hanno fermato a Milano. Piuttosto, dal primo momento Valpreda è al centro delle loro attenzioni. Rileggiamo, dal processo Baldelli, la deposizione da testimone di Ardau, il compagno di Pinelli fermato assieme a lui al circolo Scaldasole (16 novembre 1970). Mi scuserai, di nuovo, la ripetizione dell'esordio.

«Dopo 10 minuti che ero nel Circolo sentii dei passi e mi avvicinai alla porta. In quel momento entrò il dottor Calabresi, il brigadiere Panessa, altri agenti [...]». Perquisiscono, Calabresi trova una valigia di Aniello D'Errico, detto Cap, «ed esplode: 'Questo Cap ce l'ho sempre in mezzo...' e una frase che non so se devo ripetere. 'Comunque, tra lui, Steve ed altri, sono una massa di ragazzini con i quali Valpreda gioca la parte del leader; quello veramente è un pazzoide; tu non sai se ha frequentato il Circolo?' e io 'Da quello che mi risulta non ha mai frequentato Valpreda il Circolo Scaldasole'. 'Contamela giusta, perché sai la situazione è molto grave...'. E questa fu una delle prime affermazioni del dottor Calabresi». Escono, arriva Pinelli col motorino. «In quel momento uscì il Calabresi e disse: 'Ah, ci sei anche tu! Comunque, eravamo già andati a cercarti a casa; hai fatto bene a venire qui, così ci risparmi una fatica'. Pinelli disse 'Non capisco per quale motivo'. 'Bè sai, Pino, non è che noi crediamo che tu o l'Ardau possiate essere implicati in questa storia; però tu capisci che fra di voi si sono infiltrati dei pazzi criminali, fra cui il Valpreda'. Pino disse 'Ma, non vedo la ragione'».

In auto, continua Ardau, è Panessa a riparlare di Valpreda: di loro si può star sicuri, ma «Valpreda, o un certo Ginosa, sono dei pazzi criminali, tu devi riconoscerlo». «Al che io gli dissi: 'Bè, che Valpreda sia folkloristico e bizzarro in certi suoi atteggiamenti, d'accordo; ma in una cosa del genere non lo vedo proprio, anche come capacità! Secondo me si tratta di una provocazione fascista, in quanto mi pare che la cosa sia un po' grossa; dalle nostre bombettine di carta con la polvere nera che fanno soltanto un botto a una cosa del genere...'. In quel momento si gira di scatto il dottor Calabresi: 'Non venitemi a raccontare Ardau, tu e altri, che sono stati i fascisti! Questa è roba da anarchici; qui c'è una matrice anarchica. Ed è nella tradizione anarchica [...]'».

Il giudice Biotti interrompe qui il racconto di Ardau: «Quali furono le parole precise che lei sentì dal Calabresi? É autorizzato a dettare per il verbale...

Ardau: Calabresi mi disse: 'Non venirmi a raccontare, tu ed altri, che sono stati i fascisti; la matrice è essenzialmente anarchica, fa parte della tradizione vostra anarchica, storica e ideologica'.



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