La notte del solstizio by Lisa Jane Smith

La notte del solstizio by Lisa Jane Smith

autore:Lisa Jane Smith
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-541-2182-9
editore: Newton Compton
pubblicato: 2011-02-14T16:00:00+00:00


«Perdonami, Claudia», sussurrò.

In quel momento, sulla scalinata tra i pilastri, ci fu un movimento simile a una cascata prismatica.

«Janie?». Per un momento, Alys pensò che i suoi occhi, messi a dura prova, le stessero giocando uno scherzo. Ma era Janie, erano migliaia di Janie, un esercito di Janie che si riversava sulle scale. Ce n'erano di grandi quanto una ragazza che va già a scuola, altre quanto uno spillo, e di tutte le dimensioni intermedie e brandivano armi che sembravano attizzatoi. Alys sentì che le gambe le cedevano e rimase a bocca aperta.

Innumerevoli Janie continuavano a scendere dalla scalinata, con gli attizzatoi in pugno. E poi c'erano Janie che colpivano Arie e Janie che attaccavano gli altri stregoni e Janie che agitavano le armi nell'aria. Per ogni Janie che cadeva, un'altra dozzina ne prendeva il posto.

Le ragnatele di fuoco si spensero al suolo e Charles e Claudia si liberarono. Alys si alzò e corse dietro di loro. Gli stregoni, si rese conto, non si erano persi d'animo. Anche mentre combattevano, si muovevano in modo da mettersi a guardia di ognuna delle uscite del salone. Ma per quanto scaltri, avevano tralasciato una cosa.

«Andate verso uno specchio!», urlarono le Janie. Solo che la frase non suonò a quel modo. Alcune di loro iniziarono a gridare prima delle altre e alcune finirono dopo, come un coro poco esperto o una canzone cantata a turno. «A-a-a-andate verso uno specchio-ecchio-ecchio-o-o», urlarono.

Protetti dalle Janie su ogni lato, Alys e gli altri si fecero strada verso lo specchio del palco. All'ultimo secondo, Alys si rivolse all'ultima Janie, che era più piccola delle altre e dai contorni arcobaleno. «Ma tu...».

«Arrivano-arrivano-arrivano-arrivano!». Incitata dalla crescente ondata di rumore, Alys guadagnò il palco e si tuffò in avanti.

Nel mondo umano un grillo frinì.

«Dov'è Janie?», gridò Charles, liberandosi da Claudia.

Una voce risuonò sopra di loro. Una sola voce. «Sono nella camera da letto di Morgana».

Le corsero incontro.

«Conte sei riuscita a farlo}», domandarono all'unisono.

Una sola Janie era nella camera da letto, con i capelli arruffati e un attizzatoio che le pendeva dalla mano. Barcollava.

«Si assumono... le proprietà dello specchio che si attraversa», disse sfinita. «Come lo specchio scuro», aggiunse, vedendo le loro facce pallide. «Elementare». Ondeggiò e sarebbe caduta, se Charles non l'avesse afferrata. «Ma...».

«I riflessi scuri ci rendono ombre. Quindi, i riflessi multipli...». Indicò i due specchi a figura intera l'uno di fronte all'altro nell'alcova dietro il letto di Morgana e, all'interno di essi, innumerevoli Janie fecero il medesimo gesto.

«E adesso faremmo meglio a tornare a casa», aggiunse stancamente. «Prima che mamma e papà scoprano quella bambola nel letto di Claudia».

Alys era rimasta ad ascoltare con un'espressione confusa e sconcertata. A quel punto, sobbalzò. «Prima... oh, Janie, che ore sono? Cosa hai fatto?»

«È tardi», disse Janie. «Vi spiegherò strada facendo».



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