La Riconquista di Mompracem by Emilio Salgari

La Riconquista di Mompracem by Emilio Salgari

autore:Emilio Salgari [Salgari, Emilio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: no cover, italiano, public domain, archivio italiano
ISBN: 9788867440481
Google: ReJVAwAAQBAJ
pubblicato: 2012-05-18T10:06:41+00:00


13. Un altro attentato

Sbarazzata l'uscita del canale, lo yacht, che in quel brevissimo combattimento non aveva riportato quasi alcuna avarìa, si spinse risolutamente al largo per raggiungere al più presto la baia di Varauni.

Delle gravi inquietudini avevano cominciato ad assalire Yanez, temendo un ritorno offensivo da parte degli olandesi di Pontianak, alleati forse colle cannoniere inglesi di Labuan e delle Tre Isole.

Sul fondo tenebroso del cielo i tre fanali dell'incrociatore spiccavano vivamente, rispecchiandosi nelle acque tenebrose.

Dei colpi di cannone sarebbero stati ancora possibili, ma Yanez ormai non aveva che una sola idea: rivedere il Sultano e sistemare i suoi affari, i quali erano purtroppo assai imbrogliati.

Caricò le macchine e si slanciò innanzi, imboccando audacemente il canale della baia che era stato completamente sgombrato dai prahos della flottiglia.

- Non dispero che tutto vada bene - mormorò il portoghese. - Tutto sta nel saper prendere il tempo, e per ora l'incrociatore non tornerà alla carica.

I miei cannoni da caccia devono averlo maltrattato molto seriamente. E poi chi può inseguire il mio legno una volta uscito in mare e col timone sotto la mia mano? Mi diano la caccia se hanno coraggio. -

Montò sul ponte di comando dove lo aspettava Mati, sempre pronto a far ruggire i due pezzi da caccia, prese la ribolla, si orizzontò sulla bussola e gridò:

- Macchina avanti! -

La piccola nave a vapore descrisse degli zig-zag ed uscì al largo coi suoi bravi fanali accesi per mostrare ai nemici che non aveva paura.

Superato il frangente che si stendeva dinanzi al canale, la nave a vapore sfilò sulla fronte degli ultimi prahos, che si ripiegavano verso Toga, in gruppo quasi serrato.

L'incrociatore era sempre in vista, poiché mostrava sempre i suoi fanali, ma si trovava ormai a più di dodici o quindici nodi dalla costa.

Yanez, dopo d'aver rilevata esattamente l'uscita del canale, si slanciò risolutamente, piegando verso le coste occidentali del Borneo.

Per il momento nessun pericolo poteva minacciarlo, poiché le cannoniere si trovavano quasi immobilizzate dinanzi all'ultima uscita.

Ad ogni modo Yanez, sempre prudente, prese subito le sue precauzioni chiamando in coperta tutta la guardia franca aumentata dagli uomini di Padar, il cui praho aveva già perfino troppi fucilieri, se non puntatori cannonieri.

- Via! - gridò Yanez. - Andiamo a ritrovare quell'amabile Sultano dalla faccia color pan bigio e dagli occhi più falsi di quelli d'un gaviale. -

Le àncore erano salite fino alle grue di cappone e lo yacht si era messo in corsa velocissima, tutto avvolto da un gran fumo che non trovava abbastanza sfogo attraverso i camini.

Sfiorò per la seconda volta i frangenti, avanzando con estrema precauzione, poi si gettò impetuosamente al largo, balzando sulle onde del mar della Malesia.

Aveva percorsi appena sei o sette nodi, quando un lampo balenò sotto il fanale dell'incrociatore, seguito dal ben noto sibilo rauco d'un grosso proiettile.

L'incrociatore, quantunque fosse assai lontano, si provava ancora a sparare con un successo assolutamente negativo.

La palla attraversò lo yacht senza nemmeno intaccare l'alberatura e si tuffò in mare, sollevando un alto fiotto.

- Che debba pentirmi di aver impedito alle tigri di Mompracem di abbordarlo? - si chiese Yanez.



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