L'Adalgisa: Disegni milanesi by Carlo Emilio Gadda

L'Adalgisa: Disegni milanesi by Carlo Emilio Gadda

autore:Carlo Emilio Gadda [Gadda, Carlo Emilio]
La lingua: ita
Format: mobi
editore: Adelphi
pubblicato: 2014-07-04T22:00:00+00:00


NOTE

1

«Catenaria» è la figura di equilibrio della catena sospesa per i due capi: (franc. chaînette, ingl. catenary curve).

È la curva secondo cui si dispone un filo pesante, omogeneo, flessibile, inestensibile, tenuto per i due estremi A e B, nel campo della gravitazione terrestre. L’equazione della catenaria è , ove si denomina a la distanza, dall’asse x, del punto centrale ed imo, sedente sull’asse y. È curva simmetrica rispetto ad y. Galileo, in un geniale errore, aveva assimilato la catenaria fisica al ramo centrale della parabola. E di fatto, se te tu sviluppi la y in serie di Stirling-Mac Laurin, e te tu trascuri i termini (trascurabilissimi ne’ computi applicativi) di grado della x superiore al secondo, te tu ne cavi l’equazione che è l’equazione d’una parabola. Il che si pratica appunto nel calcolo meccanico delle funicolari e delle linee elettriche aeree, cioè sospese. «Corda molla» dicesi d’una lunga strada che avvalli e nobilmente risalga, descrivendo una catenaria.

2

«Macadàm», dal nome dell’ideatore John Loudon Mac Adam, ingegnere, è tipo di pavimento stradale in breccia o vo’ dir ghiaia compressa: a opera di apposito compressore a rulli. Oggimai la si suole impegolare di bitumi: (catramatura): in superficie, quasi una pelle. Il Mac Adam, nato ad Ayr nella Scozia, (1756-1836), fu ispettore delle strade: (di Bristol, 1815: poi del Regno Unito, 1827). Collaudò pertanto, con vantaggio della città e del paese, il suo nuovo sistema: che aveva sperimentato con caparbia tenacia, suis sumptibus, fin dal 1798. Rifiutò (cortesemente) il titolo di barone.

Adottato, il bitume, ne’ viali di Milano, con un certo anticipo di fase in confronto di altri municipî: (1902-1904 circa).

3

Bellegarde, Enrico Giuseppe conte di: d’antica nobiltà savojarda, havvi pure chi lo fa nascere a Chambéry (1755 o 1760) e morire a Verona (1831). Più probabilmente Dresda 1756, Vienna 1845: disparità di lumi degli storiografi ne traggon la penna in sussulti. Militò nelle armate austriache d’Italia (1797) agli ordini dell’Arciduca Carlo: e più tardi le comandò (1800, dopo il Melas e dopo Marengo): e riuscì lui pure a riscòtere. Oh, un paio di stangatelle a caval di Mincio, non ho mai capito bene se a Monzambano o a Valeggio, se a Natale o se a Santo Stefano del 1800: e chi glie le appioppò fu il Brune: (Guglielmo Maria Anna, futuro maresciallo dell’Impero ed ex-giornalista). Aveva firmato, rimpetto al secùro, i «preliminari di pace» di Leoben: 18 aprile 1797, lunedì di Pasqua, il giorno medesimo che Verona, stretta, manifestò il suo parere. Questi s’erano perfezionati nel trattato di Campoformio, (17 ottobre 1797), oggi Campoformido, alt. s. m. metri 77, a 8 chilometri da Udine. Per essa carta l’impero austriaco, più affamato d’un drago, deglutiva d’un sol colpo la vecchia ciacolona dei Manin e dei Tron: previamente depredata de’ suoi meglio ori dalla manina del nanetto, e brigante forte però: ori, argenti, cavalli di bronzo lisippei, codici della Marciana, Tintoretti, Tiziani, galere, velature, cordami, ecc. ecc. ecc. ecc. Firmò adesso, il Bellegarde, rimpetto a Brune, l’armistizio detto di Treviso (16 gennaio 1801), ripercussione della vittoria



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