L'Amore Ai Tempi Del Colera by Gabriel García Márquez

L'Amore Ai Tempi Del Colera by Gabriel García Márquez

autore:Gabriel García Márquez
La lingua: ita
Format: azw3
editore: ARNOLDO MONDADORI EDITORE
pubblicato: 2010-10-06T22:00:00+00:00


Dovevano scegliere un'ora in cui non ci fossero i bambini, ed esistevano solo due possibilità: durante la pausa del pranzo, fra mezzogiorno e le due, che era quando anche il dottore pranzava, o nel tardo pomeriggio, quando i bambini se ne andavano a casa. Quest'ultima fu sempre l'ora migliore, perché a quell'ora il dottore aveva già finito le visite e disponeva di qualche minuto prima di arrivare a cena in famiglia. Il terzo problema, e il più grave per lui, era la sua stessa condizione. Non gli era possibile andarci senza la carrozza, che era molto conosciuta e doveva stare sempre alla porta.

Avrebbe potuto farsi complice il cocchiere, come quasi tutti i suoi amici del Club Social, ma quello era al di là delle sue abitudini.

Tanto che quando le visite alla signorina Lynch si fecero troppo evidenti, lo stesso cocchiere di famiglia in livrea si azzardò a chiedergli se non sarebbe stato meglio se fosse tornato a prenderlo più tardi perché la carrozza non restasse tanto tempo ferma davanti alla porta. Il dottor Urbino, con una reazione estranea al suo carattere, lo interruppe secco: «Da quando ti conosco è la prima volta che ti sento dire qualcosa che non avresti dovuto» gli disse. «E allora, bene: come non detto.» Non c'era soluzione. In una città come questa era impossibile tenere nascosta una malattia fintanto che la carrozza del medico stava davanti alla porta. A volte lo stesso medico prendeva l'iniziativa di andare a piedi, se la distanza glielo permetteva, o ci andava con una carrozza a noleggio per evitare supposizioni maligne o premature.

Simili trucchi però non servivano a molto, perché le ricette che si ordinavano nelle farmacie permettevano di decifrare la verità, al punto che il dottor Urbino prescriveva medicine inutili insieme a quelle giuste per preservare il sacro diritto dei malati di morirsene in pace con il segreto delle loro malattie. Poteva anche giustificare con diversi modi onesti la presenza della sua carrozza davanti alla casa della signorina Lynch, ma non avrebbe potuto farlo per molto tempo, e tantomeno quanto avrebbe desiderato: tutta la vita.

Il mondo per lui diventò un inferno. Perché una volta saziata la follia iniziale, tutti e due presero coscienza dei rischi, e il dottor Juvenal Urbino non prese mai la decisione di affrontare lo scandalo.

Nei deliri febbrili prometteva tutto ma dopo che tutto era passato tutto veniva rinviato a dopo. Invece, più aumentavano le voglie di stare con lei, più aumentava anche il timore di perderla, e così gli incontri si fecero sempre più affrettati e difficili ogni volta. Non pensava ad altro. Aspettava i pomeriggi con un'ansia insopportabile, si dimenticava di tutti gli impegni, si dimenticava di tutto all'infuori di lei, ma più la carrozza si avvicinava alla maremma della Mala Crianza più pregava Dio che un imprevisto dell'ultimo momento lo obbligasse a girare al largo. Era in un tale stato di angoscia che a volte era contento di vedere dall'angolo la testa color cotone del reverendo Lynch che leggeva sulla terrazza, e la figlia in sala, intenta a catechizzare i bambini del quartiere con i Vangeli cantati.



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