Le nebbie di Avalon - Parte 2 by Marion Zimmer Bradley

Le nebbie di Avalon - Parte 2 by Marion Zimmer Bradley

autore:Marion Zimmer Bradley [Zimmer bradley, Marion]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


3

C’era un posto nel bosco dove un torrente si allargava tra le rocce, formando una conca profonda. Morgaine sedette su una pietra piatta che dominava lo specchio d’acqua e fece sedere Accolon accanto a sé. Lì poteva vederli soltanto il piccolo popolo antico, che non avrebbe mai tradito la sua regina.

«Mio adorato Accolon, in tutti questi anni che abbiamo operato insieme, dimmi, cosa pensi che abbiamo fatto?»

«Signora, a me basta sapere che avevi un progetto» rispose lui. «Non faccio domande. Se avessi voluto solo un amante…» Alzò lo sguardo su di lei prendendole la mano. «… Ne avresti trovati altri molto più prestanti… Ti amo, Morgaine, sono stato lieto e onorato che tu abbia scelto me come compagno, ma non è stato questo a renderci sacerdote e sacerdotessa…» Esitò, smosse la sabbia con la punta di uno stivale. «Ho capito che c’era qualcosa di più del desiderio di una sacerdotessa di restaurare i riti in questa terra, o della necessità di attirare su di noi le maree della luna. Certo, sono stato felice di averti aiutata in queste missioni, mia signora. E signora di questa terra lo sei stata soprattutto per l’Antico Popolo che vede in te la Dea. Per un po’ di tempo ho pensato che fossimo stati chiamati per reintrodurre l’antico culto. Ma ora credo, non so perché…» Si toccò i tatuaggi ai polsi. «… Che questi serpenti mi legano a questa terra, e dovrò soffrire e magari morire se sarà necessario.»

Mi sono servita di lui, pensò Morgaine, spietatamente come Viviane si servì di me…

«So bene» continuò Accolon, «che ormai soltanto una volta ogni cento anni viene chiesto l’antico sacrificio. Ma quando mi vennero tatuati questi» con la punta di un dito indicò di nuovo i disegni intorno al polso, «mi dissi che la Signora avrebbe potuto scegliermi per il sacrificio. In tutti questi anni l’ho sempre ritenuta una pura fantasia. Ma se devo morire…» La sua voce si spense, come le increspature sulla superficie di quell’acqua immobile. Regnava un profondo silenzio, rotto solo di tanto in tanto dal verso stridulo di qualche insetto nascosto nell’erba. Morgaine non aprì bocca, sebbene percepisse la preoccupazione del giovane. Accolon doveva superare le barriere della paura senza l’aiuto di nessuno, né di lei, né di Arthur, né del Merlino o di chiunque altro… E se doveva affrontare la prova suprema, doveva essere pienamente consapevole.

«Dunque, signora, mi viene chiesto di morire? Avevo pensato… se è richiesto un sacrificio di sangue… quando Avalloch è caduto preda della Dea…» Accolon si irrigidì, contrasse le mascelle e deglutì. Morgaine continuò a tacere, sebbene la pietà le stringesse il cuore. Dentro di sé udì la voce di Viviane: … verrà un tempo in cui mi odierai quanto ora mi vuoi bene… Provò un sussulto di amore e di dolore. Doveva restare insensibile. Accolon era più vecchio di Arthur quando era stato incoronato Sommo Re. E anche se Avalloch era stato la vittima sacrificale della Dea, il suo sangue non riscattava quello di nessun altro e la sua morte non dispensava il fratello dall’obbligo di affrontare il proprio destino.



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