Le tasse invisibili by Nicola Porro

Le tasse invisibili by Nicola Porro

autore:Nicola Porro
Format: epub


L’origine del male: il capitale

Che cos’è una patrimoniale? Da un punto di vista tecnico, si tratta di un prelievo sul nostro patrimonio, sulla nostra ricchezza. Tale generica definizione suggerisce già il suo contenuto punitivo, poiché colpisce il contribuente non per ciò che fa, ma per ciò che è. Questa oscenità rappresenta per alcuni la sua maggiore attrattiva. Tale concezione arriva da lontano, da idee marxiste che si sono sedimentate nel nostro modo di pensare l’economia.

Qualcuno potrà sorridere sentendo parlare ancora di marxismo ai nostri tempi, ma come scrisse John Maynard Keynes a proposito dell’influenza delle cattive idee (comprese le sue, aggiungiamo noi):

Gli uomini della pratica, i quali si ritengono affatto liberi da ogni influenza intellettuale, sono spesso gli schiavi di qualche economista defunto. Pazzi al potere, i quali odono voci nell’aria, distillano le loro frenesie da qualche scribacchino accademico di pochi anni addietro. […] Sono le idee, non gli interessi costituiti, che sono pericolose nel bene o nel male.14

E le idee di Marx in materia di patrimonio, o “capitale”, come preferiva chiamarlo lui, influenzano ancora oggi alcuni pezzi della nostra società, ma soprattutto numerosi “pazzi al potere” che vorrebbero mettere le mani sul nostro patrimonio.

Il motivo subliminale per il quale la patrimoniale piace alla gran parte degli economisti di sinistra, è la “cattiva idea” che il capitale sia un furto e, per di più, ai danni dei più deboli:

Così è avvenuto che i primi hanno accumulato ricchezza e che gli altri non hanno avuto all’ultimo altro da vendere che la propria pelle. E da questo peccato originale data la povertà della gran massa che, ancor sempre, non ha altro da vendere fuorché se stessa, nonostante tutto il suo lavoro, e la ricchezza dei pochi che cresce continuamente, benché da gran tempo essi abbiano cessato di lavorare.15

Il capitale rappresenta il vero peccato originale della nostra società capitalistica che “viene al mondo grondante sangue e sporcizia dalla testa ai piedi, da ogni poro”.

L’imposta sul patrimonio contro “i primi che hanno accumulato la ricchezza” ha pertanto un contenuto etico.

Con il passare degli anni e con l’emergere dell’evidenza che il patrimonio non si accumula con il “sangue” e sulla “pelle dei più deboli”, ma soprattutto per merito, talento e capacità, gli economisti di sinistra sono stati costretti ad aggiornare il concetto, facendo discendere la necessità della patrimoniale da un auspicabile (per loro) “riequilibrio” delle disuguaglianze. Si sono occupati meno dell’origine del male e più delle conseguenze derivanti dalla distribuzione del capitale. Chi detiene “troppo” non avrà forse le mani lorde di sangue, ma di certo non le avrà pulite. Siamo passati dall’imposta etica alla tassa sulla giustizia sociale.

Numerosi economisti si sono impegnati nello spiegare che cosa sia il patrimonio in modo più neutro, fattuale, e, forse, la sua definizione più chiara è quella tracciata dal grande economista italiano Cesare Cosciani:

Patrimonio è ogni bene economico di un individuo che non è reddito, e reddito è la massa di beni di primo grado che in un anno pervengono ad un soggetto economico o che comunque in questo periodo sono da esso consumati.



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