L'EDUCAZIONE SENTIMENTALE by Gustave Flaubert

L'EDUCAZIONE SENTIMENTALE by Gustave Flaubert

autore:Gustave Flaubert [Flaubert, Gustave]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: no cover, italiano, archivio italiano
Amazon: B00H4JPE9C
pubblicato: 2013-12-05T00:00:00+00:00


«Questo è il migliore dei Caratteri di La Bruyère!»

Rivolse poi a De Comaing una quantità di domande su persone che nessuno dei presenti conosceva; e a un certo punto, come colpito da un'idea:

«A proposito: si è ricordato di me?»

Il barone alzò le spalle.

«Impossibile, ragazzo mio: non ha ancora l'età.»

Cisy si era raccomandato che lo facesse ammettere al suo club. Evidentemente impietosito dell'amor proprio del visconte, l'altro riprese:

«Ah, dimenticavo: mille felicitazioni per quella sua scommessa, caro amico.»

«Quale scommessa?»

«Ma quella che ha fatto alle corse, d'andare la sera stessa in casa d'una certa dama...»

Federico sentì come un colpo di frusta. Ritrovò subito la calma vedendo la faccia imbarazzata di Cisy.

In effetti la Marescialla, il mattino dopo, era già bell'e pentita; e proprio in quel giorno era ricomparso Arnoux, il suo primo amante, il suo uomo. Insieme avevano fatto capire al visconte che era «di troppo», e l'avevan sbattuto fuori senza troppe cerimonie.

Fece come se non cogliesse l'allusione. Ma il barone insisteva:

«Che ne è di quella cara Rosina? Le sue gambe son sempre così belle?» provando, con tale battuta, d'averne una conoscenza intima.

La scoperta diede fastidio a Federico.

«Non è il caso d'arrossire,» continuò il barone. «È merce di prima qualità!»

Cisy fece un verso con la lingua.

«Non poi così straordinaria, via.»

«No?»

«Ma no, francamente. Prima di tutto non ci vedo niente d'eccezionale; e poi, donne come lei se ne trovano quante se ne vuole: dopotutto... è in vendita.»

«Non per tutti,» intervenne acre Federico.

«Crede d'esser diverso dagli altri,» replicò Cisy. «Non è spassoso?»

Una risata percorse la tavola.

Federico sentiva battere il cuore al punto di soffocarlo. Inghiottì uno dopo l'altro due bicchieri d'acqua.

Ma il barone serbava un buon ricordo di Rosanette.

«Sta sempre con un certo Arnoux?»

«Non ne so niente,» disse Cisy. «Non conosco quel signore.» Ciò nonostante, avanzò l'ipotesi che fosse una specie di sfruttatore.

«Un momento!» esclamò Federico.

«Ma andiamo, è una cosa sicura. Ha anche avuto un processo.»

«Non è affatto così.»

Federico si mise a difendere Arnoux. Ne garantiva l'onestà finendo per crederci lui stesso; inventava le cifre, le prove. Il visconte, pieno di rancore, e mezzo sbronzo fra l'altro, s'ostinò nelle sue asserzioni, finché Federico gli disse in tono grave:

«È forse per insultarmi, signore?»

E lo fissava con pupille che ardevano come la punta del suo sigaro.

«Nemmeno per sogno. Anzi, ammetto volentieri che qualcosa di molto buono ce l'ha: sua moglie.»

«La conosce?»

«Diamine: Sofia Arnoux! e chi non la conosce?»

«Come ha detto?»

Cisy, alzatosi in piedi, ripeté balbettando:

«E chi non la conosce?»

«Stia zitto! Donne così lei non ne frequenta di certo.»

«Per mia fortuna.»

Federico gli lanciò un piatto in viso.

Radendo la tovaglia come un baleno rovesciò due bottiglie, demolì una fruttiera e, esploso in tre pezzi contro il trofeo, percosse al ventre il visconte.

Tutti saltaron su per trattenerlo. Si dibatteva, gridava, preso da una sorta di frenesia. Des Aulnays ripeteva:

«Calma, calma; vediamo un po', ragazzo mio.»

«Ma è una cosa spaventosa,» vociferava il precettore.

Forchambeaux, livido come una spugna, s'era messo a tremare; Giuseppe rideva alle lacrime; i camerieri asciugavano il vino, scopavan via le rovine; e il barone andò a chiudere la



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