Legend (Italian Edition) by V.E. Schwab

Legend (Italian Edition) by V.E. Schwab

autore:V.E. Schwab [Schwab, V.E.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2018-10-10T16:00:00+00:00


Capitolo 3

Kell si abbassava e schivava, muovendosi come ombra e luce per tutta la Vasca.

Godeva dei muscoli che bruciavano, del cuore che batteva forte; aveva dormito male e si era svegliato anche peggio, i pensieri ancora agitati alla notizia del ritorno di Lila. Aveva senso, no? Era salpata con un equipaggio di Arnes, e la maggior parte delle navi erano rientrate a Londra per il torneo.

Mancavano solo due giorni agli Essen Tasch.

Una lama colpì dall’alto, e Kell balzò all’indietro per schivarla.

Due giorni, e ancora nessun segno di lei. Una parte piccola, irrazionale di lui si era convinta che sarebbe stato in grado di sentire il suo ritorno, di avvertirlo come era successo al Tiro di Schioppo, al Sole al Tramonto e all’Osso Bruciato. I punti fissi nei mondi. Ma poi di nuovo, forse lui era sintonizzato con lei. Forse era lei la piccola, invisibile forza che lo aveva trascinato fuori dalla città.

Ma le era mancata, e con la città così invasa dalla gente, come pensava di trovarla di nuovo?

“Devi solo seguire i coltelli”, disse una voce nella sua testa. “E i corpi in cui sono piantati”.

Sorrise fra sé. E poi, con una piccola fitta dolorosa, si chiese da quanto tempo fosse a Londra. E perché non era corsa subito da lui. Le loro strade si erano incrociate solo per pochi giorni, ma lui e Rhy e Tieren erano le uniche persone che lei conosceva in quel mondo, o almeno, le uniche persone che aveva conosciuto quattro mesi prima. Forse durante il viaggio si era fatta un sacco di amici, ma ne dubitava.

L’affondo successivo quasi trovò la sua pelle: Kell lo schivò appena in tempo.

“Concentrati”, rimproverò a se stesso. “Respira”.

La maschera d’argento aderiva perfettamente al suo viso, schermandolo da ogni cosa eccetto l’aria e la vista. L’aveva indossata per abituarsi alla forma e al peso, e presto ne aveva apprezzato la differenza, quello scivolare nel conforto dell’anonimato, nei panni di un’altra persona. Finché indossava la maschera, Kell non era Kell.

Era Kamerov.

Cosa ne avrebbe pensato Lila? Lila, sempre Lila. Aveva persino preso in considerazione l’idea di usare la magia del sangue per trovarla – aveva ancora il suo fazzoletto – ma si era fermato prima di tirare fuori il coltello. Aveva passato mesi senza abbassarsi a tanto. Inoltre, non era un cucciolo a caccia di un padrone o di un osso. Doveva essere lei a venire da lui. Ma perché non era venuta da…

Il metallo balenò, fin troppo vicino, lui imprecò e rotolò a terra, rimettendosi in piedi.

Invece di decine di nemici aveva optato per uno soltanto, ma a differenza dei manichini contro cui si era allenato, questo era in carne e ossa. Hastra scivolava avanti e indietro, con indosso la sua armatura, cercando di evitare i colpi di Kell. La giovane guardia era stata sorprendentemente disponibile a correre per tutta la Vasca armato solo di un piccolo scudo e di una lama leggera, mentre Kell perfezionava la sua agilità e si allenava a trasformare gli elementi in armi.

“L’armatura…”, pensò, il vento



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