Leggende del palazzo del governatore by Hawthorne Nathaniel -

autore:Hawthorne Nathaniel - [-, Hawthorne Nathaniel]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788831763233
Amazon: 8831763237
editore: Venezia, Marsilio
pubblicato: 1996-01-01T23:00:00+00:00

IL MANTELLO DI LADY ELEANORE.

Il mio ottimo amico, il taverniere della Province House, mi ha gentilmente invitato l’altra sera, insieme al signor Tiffany, a una cenetta a base di ostriche.

Era un ben modesto segno di rispetto e di gratitudine, ha tenuto generosamente a precisare, per tutto ciò che noi due - lui, Tiffany, con l’arte del raccontare; io più modestamente, limitandomi a prendere nota - ci eravamo meritati: il frutto dei nostri sforzi letterari congiunti aveva infatti suscitato l’interesse del pubblico intorno al suo locale.

C’era stato, in effetti, un grande consumo di sigari, di vino, nonché di più potenti bicchierini di acquavite, e notevole afflusso di clienti per la cena: si trattava di persone curiose che, non fosse stato per il fortunato incontro fra il signor Tiffany e me, non si sarebbero mai avventurate nella strada buia che dava accesso ai quartieri antichi dell’ex Palazzo del Governatore.

In poche parole, se dobbiamo prestar fede alle cortesi assicurazioni del signor Waite, eravamo riusciti a riportare sotto gli occhi di tutti la sua taverna da tempo dimenticata, proprio come se avessimo demolito quella fila volgare di drogherie e di negozietti di scarpe che ne nasconde l’aristocratica facciata ai passanti di Washington Street.

Ma può essere sconsigliabile parlare a voce troppo alta di questa accresciuta affluenza, o il signor Waite può avere dei problemi a rinnovare il contratto d’affitto alle vantaggiose condizioni che gli sono state accordate finora.

Dato che eravamo stati accolti come benefattori, il signor Tiffany e io non ci facemmo scrupolo a rendere piena giustizia alle eccellenti portate che ci venivano offerte.

Anche se la festa era meno splendida di altre che si erano svolte nel secolo passato fra le medesime pareti rivestite di legno, se il nostro ospite non ci intratteneva con tutta la pompa e la solennità che si sarebbero potute pretendere da un successore dei governatori regi, e se gli ospiti erano meno imponenti a vedersi di quei dignitari incipriati imparruccati e riccamente vestiti che un tempo avevano banchettato alla tavola del governatore, e ora riposavano nelle loro tombe di famiglia a Copp’s Hill o vicino a King’s Chapel, oserei dire, tuttavia, che mai, dai tempi della regina Anna fino alla rivoluzione, si era raccolto nel Palazzo del Governatore un gruppetto così affiatato e cordiale.

La serata era resa ancor più interessante dalla presenza di un venerabile personaggio, le cui reminiscenze dirette risalivano fino ai giorni di Gage e di Howe, e includevano anche un paio di aneddoti di dubbia autenticità su Hutchinson.

Apparteneva alla esigua categoria, oggi quasi estinta, dei fedeli a oltranza alla monarchia e alle istituzioni coloniali, quelli che mai si erano piegati alle eresie democratiche dei tempi moderni.

La giovane regina della Gran Bretagna non potrebbe contare su di un suddito più fedele in tutto il suo reame: non conosco nessuno che sarebbe più felice di inginocchiarsi davanti al suo trono con reverente amore di quanto lo sarebbe questo anziano galantuomo, la cui chioma è diventata bianca sotto il mite regime repubblicano, che egli d’altronde, nei momenti in cui è meglio disposto, definisce un’usurpazione senza mezzi termini.

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