Leviathan by Scott Westerfeld

Leviathan by Scott Westerfeld

autore:Scott Westerfeld [Westerfeld, Scott]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
ISBN: 9788858402658
editore: Einaudi


Ventidue

– Uno zeppelin! – urlò Alek. – Ci hanno trovati!

Il conte dei boschi alzò gli occhi. – Di certo è un’aeronave. Ma non ha il suono di un dirigibile.

Alek aggrottò la fronte, ascoltando meglio. Altri rumori, assurdi e incerti, affioravano di tanto in tanto sopra il distante borbottio dei motori: strida, fischi e squittii, come animali scappati da un serraglio.

L’aeronave non era simmetrica come uno zeppelin: la prua era piú larga della poppa, la superficie era chiazzata e irregolare. Nuvole di minuscole figure alate le svolazzavano intorno, e la pelle emanava un bagliore verde soprannaturale.

Poi Alek vide quegli occhi giganteschi...

– Santi numi! – imprecò. Non era una macchina, ma una creatura darwinista!

Aveva già visto dei mostri, naturalmente – lucertole parlanti nei salotti alla moda di Praga, una bestia da soma esposta da un circo itinerante – ma mai niente di cosí gigantesco. Era come se uno dei suoi giocattoli da guerra avesse preso vita, mille volte piú grande e piú incredibile.

– Che ci fanno qui i Darwinisti? – disse a bassa voce.

Volger fece un segno con il dito. – Cercano di scampare a un pericolo, a quanto pare.

Gli occhi di Alek seguirono la direzione indicata da Volger, e videro le linee frastagliate tracciate dai fori dei proiettili sul fianco della creatura, illuminate di un verde piú intenso. Il sartiame sui fianchi della creatura brulicava di uomini: alcuni feriti, altri impegnati a riparare i danni. E accanto a loro si arrampicavano dei cosi che non erano uomini.

Mentre il dirigibile passava a poca distanza dalle loro teste, Alek fece per nascondersi dietro il parapetto. Ma la ciurma sembrava troppo indaffarata per badare a quel che c’era sotto. Il dirigibile virò lentamente inoltrandosi nella valle, e sempre abbassandosi scese al di sotto delle cime delle montagne che la delimitavano.

– Quel coso senza Dio sta venendo giú? – chiese Alek.

– Sembra non abbia scelta.

La vasta creatura scese planando verso la bianca distesa di ghiaccio, l’unico posto grande abbastanza per consentirle di atterrare. Benché ferita, calava lenta come una piuma. Alek trattenne il fiato per tutti i lunghi secondi in cui rimase sospesa al di sopra della neve.

L’impatto fu graduale. Nuvole bianche si sollevarono dietro la scia del dirigibile che scivolava, e la pelle si increspò come una bandiera al vento. Alek vide uomini cadere a terra da poppa, ma a quella distanza era impossibile sentirne le urla, benché l’aria fosse fredda e cristallina. Il dirigibile continuò a scivolare, sempre piú lontano, finché la sua sagoma scura non scomparve dietro una coltre bianca.

– Le montagne piú alte d’Europa, e la guerra ci ha raggiunti in un attimo, – commentò Volger scuotendo il capo. – Che tempi!

– Pensate ci abbiano visto?

– In mezzo a tutto quel caos? Non credo. E questo castello diroccato non è granché visibile a distanza, neppure alla luce del sole –. Il conte dei boschi sospirò. – Ma sarà meglio non accendere fuochi per un po’. E organizziamo dei turni di guardia fino a quando non se ne vanno.

– E se non se ne vanno? – disse Alek.



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