L'isola delle camelie (Italian Edition) by Tabea Bach

L'isola delle camelie (Italian Edition) by Tabea Bach

autore:Tabea Bach [Bach, Tabea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2018-05-01T16:00:00+00:00


9

La riconciliazione

Ci era voluto un po’, ma alla fine Sylvia era riuscita a crollare in un sonno profondo. Quando si risvegliò, la mattina dopo, non aveva idea di dove si trovasse. Poi riconobbe la piacevole frescura delle sue lenzuola damascate e si rigirò soddisfatta nel letto. Era a casa, bene. Aveva fatto un sogno molto strano...

Poi di colpo balzò a sedere, trasalendo. Non era stato un incubo. Era successo davvero. Adesso ricordava tutto. La discussione con Holger, la piega spiacevole presa dal discorso alla fine... Come erano potuti arrivare a quel punto? Davvero si fidava così poco di suo marito? Sì, pensò, pentita. Aveva attribuito a lui tutte le colpe. Ma forse le cose si sarebbero sistemate. C’erano compratori interessati alla sua finca... L’Isola delle Camelie era salva.

Si lasciò ricadere tra i cuscini. Nonostante la tensione tra lei e Holger, almeno l’eredità di sua zia era al sicuro. Un immenso sollievo la invase. Solenn, Maël e tutti gli altri non avrebbero dovuto lasciare la loro casa. E lei si sarebbe assicurata personalmente che gli affari andassero sempre meglio in futuro. Doveva soltanto risolvere le cose con suo marito.

Si alzò dal letto, indossò la vestaglia e andò a cercare Holger. Non lo trovò da nessuna parte. Né in cucina, né in salotto, né in camera e nemmeno in bagno. Alla fine vide il biglietto sul mobile in corridoio.

Devo partire urgentemente. Il lavoro chiama. H.

Quando Sylvia si accorse del messaggio erano quasi le undici. E a quel punto moriva di fame.

Un attimo dopo stava contemplando affranta lo scarno contenuto del suo frigorifero: un minuscolo pezzetto di burro inacidito, un paio di fette di prosciutto verdastre e nel costoso barattolo di confettura al frutto della passione si era già insediata una considerevole colonia di muffe. Nella dispensa scovò qualche fetta di pane secco. Disgustata, gettò tutto nella pattumiera.

Le tornò in mente il suo ultimo incontro con Veronika. Davvero era stato solo una settimana prima? Le sembrava fossero passati anni. Erano successe un sacco di cose.

L’amica rispose al secondo squillo. «Sei già tornata dalla Bretagna?» chiese, sorpresa.

«Ti va di fare colazione insieme?» ribatté Sylvia.

«Certo che mi va. In realtà l’ho già fatta, ma posso sempre farne un’altra.»

Al XII Apostel ordinarono omelette con funghi, salmone marinato, yogurt alla vaniglia, una grande ciotola di macedonia e molto altro.

«Sembri diversa» notò Veronika, osservandola.

«Davvero?» rispose Sylvia, sorridendo. «In che senso?»

«Non so, sembri... più piena di vita. Il tempo libero ti fa bene. E anche i capelli sciolti ti donano.» Sylvia non rispose, fingendosi concentrata a spalmare il burro sul toast. La sua amica la fissò ancora più attentamente. «Mmm...» sussurrò alla fine «se non ti conoscessi e non sapessi che per te una cosa simile è fuori discussione direi che hai conosciuto un uomo.» A Sylvia sfuggì il pane di mano per la sorpresa. «Ehi!» esclamò Veronika, sgranando gli occhi. «Sei arrossita. Non mi dire... non ci credo, è fantastico!»

Sylvia la fissò costernata. «Fantastico? È una catastrofe.»

«Santo cielo, allora è vero? Come si chiama? Com’è? Voglio sapere tutto!»

Sylvia iniziò a raccontare.



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