L'Italia prima di Roma by Paolo Giulierini

L'Italia prima di Roma by Paolo Giulierini

autore:Paolo Giulierini [Giulierini, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-07-31T12:00:00+00:00


Gli eroi di Olimpia

Risulta difficile elencare le vette toccate dalla cultura delle città greche d’Italia: basterebbe fermarsi agli straordinari templi di Paestum, Agrigento, Metaponto, ai teatri come quelli di Siracusa e Taormina; ricordare alcuni capolavori della scultura come la Venere di Morgantina, la testa di Ade o i bronzi di Riace e il satiro danzante di Mazara del Vallo (anche se, in questi due ultimi casi, si tratta forse di opere che erano in viaggio per altre sedi); oppure menzionare i filosofi come Parmenide, gli storici come Timeo, gli scienziati come Archimede, i pittori come Zeusi. Altrettanti sono i grandi personaggi che vi vennero ad abitare o a soggiornare: da Erodoto a Pitagora, da Protagora a Platone, solo per citarne alcuni.

Sicuramente però per un aspetto alcune città magnogreche detennero un primato in tutto il mondo ellenico: nelle discipline atletiche. In particolare, Crotone ebbe numerosi campioni a Olimpia: dal 558 a.C. si registrano, in 28 Olimpiadi, 19 vittorie di atleti di Crotone.

Daippo fu il primo pugile che vinse alle Olimpiadi del 672 a.C., Milone fu il più acclamato dell’antichità. Come pugile e lottatore vinse sette Olimpiadi e detenne per oltre vent’anni il primato assoluto nelle sue specialità. A lui fu innalzata una statua nel recinto sacro di Olimpia, eseguita dallo scultore Dameas di Crotone. Sposò la figlia di Pitagora e la sua casa ospitò il sinedrio pitagorico. Eccelse anche negli altri giochi panellenici: dieci volte in quelli istmici e nove alle Nemee, tanto da essere considerato una sorta di reincarnazione di Eracle.

Altro atleta eccellente fu Astylos, che vinse in tutte le specialità della corsa. Poiché negli ultimi due agoni gareggiò come siracusano dopo aver cambiato la cittadinanza, fu considerato dai Crotoniati un traditore e la sua statua eretta nel santuario di Hera Lacinia venne distrutta.

Phayllos vinse, nei Giochi pitici, una volta nello stadio e due nel pentathlon, con primati leggendari (e sicuramente gonfiati): 29 metri nel lancio del disco e ben 17 nel salto in lungo. È ricordato in una base dedicata a Zeus Meilichios e rappresentato in un vaso a figure rosse conservato presso il Museo archeologico nazionale di Napoli. Partecipò a proprie spese con una trireme armata anche alla battaglia di Salamina.

Non ha un nome, ma un corredo straordinario, la tomba dell’ignoto atleta di Taranto, del 500-480 a.C., che ha restituito un alabastron (vasetto porta unguenti) e quattro anfore che ricordano probabilmente le sue vittorie nel pentathlon, costituito da salto in lungo, lancio del disco, lancio del giavellotto, lotta, corsa. La struttura scheletrica ci parla di un imponente sviluppo muscolare di quello che fu un uomo sicuramente in grado di procurare gioie alla sua città in terra greca e di procurarne a noi che, ancora oggi, vediamo i segni delle imprese sue e dei suoi colleghi.



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