L'Ospite by Grazia Deledda

L'Ospite by Grazia Deledda

autore:Grazia Deledda [Deledda, Grazia]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:57:58+00:00


19

Egli sospirò forte. Lo fece apposta? Non si sa, ma ad ogni modo Francesca se ne accorse e lo guardò di sottecchi. Poi gli fece posto sul suo fresco sedile, e lo invitò a sedersi. Ma Jame, pur entrando sotto la tettoia, restò ritto: eppure avrebbe dato dieci anni di vita e la metà del suo patrimonio (era figlio unico) per potersi sedere là!

Al di fuori le fanciulle ballavano il ballo tondo, con pochi giovinotti, uno dei quali intonava la musica monotona e bizzarra. Più in là, gruppi di uomini giocavano a carte o alla morra, e sotto un’altra tettoia, ove c’era un liquorista, si vedevano i due Serrara che parlavano con zio Predu ed altri paesani dall’aspetto borioso di benestanti.

E sempre, là, in fondo, la linea rosea degli oleandri sfumati tra i vapori ossidati dell’aria immobile, e il fiume che ora, al sole del pomeriggio, ripetendo la ballata amorosa dei danzatori, scorreva verde-azzurro come gli occhi di lei.

- Restano qui fino a domani? - domandò Francesca. Ma Jame non rispose. Oh, cos’era dunque questo fatale incantamento? Oh, come egli adorava Francesca; come sentiva di doverla amare per sempre! Oh, come, mentre il sangue gli assaliva con ondate di fuoco tutta la testa per poi lasciarlo freddo e pallido da morirne, come desiderava inginocchiarsele vicino e dirle, nascondendole il viso su una spalla:

- No, non lasciarmi… non lasciarmi mai più… Perché io domani, te lontana, morrò… perché non posso vivere senza di te!

- Restano qui? - ripeté Francesca.

- Non lo so - rispose Jame. Poi si scosse e domandò ancora, a sua volta:

- Ma è davvero che lei parte?

- E dunque? Vuole che resti qui?

Gli sorrise dicendo così, e mentr’egli rabbrividiva, cadde anch’essa in una visione profonda.

Pensava alla dolcezza del vespero lassù; del vespero cinereo, smorto, quando il fiume sarebbe stato bianco, e gli oleandri, immobili sempre su uno sfondo più denso e meno luminoso, avrebbero sbattuti i loro fiori sulle acque tranquille e silenziose. E pensava al suo amore lontano, che era al di là dell’orizzonte vaporoso, al di là del mare, al suo amore intenso e sovrumano, al suo ideale struggente e adorato, col quale avrebbe voluto morire lassù, in uno di quei vespri misteriosi e profondi…

- Jame, - disse ad un tratto, - che sono quelle cose laggiù, in mezzo all’acqua?

- Son vacche che s’abbeverano, non vede?

- No, non le distinguo bene. Non ho la vista molto acuta… come lei…

Lo guardò negli occhi, e parve finalmente accorgersi della suprema bellezza di quel volto, perché restò estatica a guardarlo. I loro occhi s’incontrarono per un secondo, ma questo bastò perché Jame si sentisse completamente affascinato.

Francesca lo vide impallidire in un modo strano, e scorse le sue lunghe palpebre sbattersi rapidamente, nel modo con cui i bambini precedono il loro pianto.

Volle chiedergli che aveva, che cosa si sentiva, ma non poté. Si domandò invece dolorosamente:

- Perché son venuta?

Poi, come traverso un velo, vide Jame allontanarsi lesto, quasi fuggendo, e ricadde sopra il fascio degli oleandri, con aria profondamente annoiata, chiedendosi se doveva ridere o piangere.



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