Mara e Dann by Doris Lessing

Mara e Dann by Doris Lessing

autore:Doris Lessing [Lessing, Doris]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 9788834710326
editore: Fanucci
pubblicato: 2004-01-01T23:00:00+00:00


Capitolo nono

Nella portantina, Mara teneva la sua sacca, Dann la propria, e ciascuno stringeva due monete nella mano. I coltelli erano accanto a loro, sul sedile.

Raggiunsero l'aviorimessa contemporaneamente al sole. Trovarono Felice in una posa che li stupì, perché stava impalata a fissare qualcosa in terra, come se avesse visto un serpente e non facesse una mossa per paura di essere attaccata. Mara stava pensando, la prima volta che ho visto Felice mi è sembrata stupenda con la sua tuta blu, il suo viso pulito, i suoi bei capelli. Adesso invece, in confronto alle Mahondi, ha l'aria sciatta e affaticata. Poi vide quello che Felice stava fissando ma non capì immediatamente.

Sotto e tutt'intorno all'aeronavetta scintillavano una dozzina di palline gialle, grosse come frutti acidi o come il pugno di Mara, fresche, senza un granello di polvere, perché erano all'interno di un sacchetto o membrana piena di una schiuma densa e vischiosa, come bava. Erano vive e vitali, quelle palline: sembrava che palpitassero. Una si schiuse sotto i loro occhi e ne uscì strisciando un coleottero con le pinze, che si piazzò sull'intruglio di uovo e bava per riposarsi dallo sforzo. Erano uova, uova di coleottero con le pinze. E poi lo videro, seminascosto da una ruota dell'apparecchio, il corpo giallo come le uova, che vibrava, sputando lentamente dal didietro le altre uova, una alla volta. Le pinze nere, grandi come il suo corpo, si protesero, e i suoi occhi neri si appuntarono sul trio. Il coleottero appena uscito dall'uovo si stava arrampicando su una ruota; altre uova si stavano schiudendo, e una nidiata di coleotteri sgusciò faticosamente fuori dalla bava. Un altro appena nato raggiunse una ruota.

«Svelti» disse Felice e, camminando a gambe larghe sull'intruglio di uova e coleotteri appena nati, si issò sull'apparecchio e poi aiutò Mara e Dann a montare dall'altro sportello. Mise in moto e l'apparecchio si allontanò dal mostro e dalia sua prole. La creatura stava deponendo altre uova e, non potendo attaccare l'aeronavetta, schioccava le pinze come coltelli, a scopo intimidatorio.

Spuntarono sei o sette soldati, e quando videro l'aeronavetta si misero a correre nella sua direzione.

«Non vogliono lasciarvi partire» disse Felice, urlando da sopra la spalla.

L'apparecchio si sollevò fuori dalla portata dei soldati, che puntarono verso il coleottero, per attaccarlo a colpi di bastone e di coltello. Uno scivolò nella bava, e vomitò schifato. Intanto il coleottero era filato via con incredibile velocità, scomparendo dietro le case. Poi l'aeronavetta era salita troppo in alto, e riuscirono solo a scorgere i soldati che li seguivano con lo sguardo. Felice aprì una serranda sul pavimento dell'apparecchio e sbircio le ruote: dov'erano i coleotteri che si erano arrampicati? Due erano ancora lì, abbrancati ostinatamente a una ruota con le sei zampe simili ad artigli. «Verranno risucchiati via» disse Felice, e richiuse la serranda.

Sorvolarono a bassa quota la grande strada del nord, che brillava sotto di loro come acqua. Era vuota, ma accanto, su una pista di polvere che correva parallela, videro dei gruppi di viaggiatori, a centinaia. Da lassù era facile rendersi conto che Chelops stava morendo.



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