Marina by Carlos Ruiz Zafon

Marina by Carlos Ruiz Zafon

autore:Carlos Ruiz Zafon [Zafon, Carlos Ruiz]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-08-14T15:23:11+00:00


«Qualche giorno dopo vidi Sentís al funerale dei miei colleghi» proseguì Florián. «Era sconvolto, con l'aria di chi non chiude occhio da diverse notti. I suoi vestiti erano sporchi e puzzava di alcol. Mi confessò che non aveva il coraggio di tornare a casa e vagava da giorni in città, dormendo dove capitava. "La mia vita non vale più niente, Florián" mi disse. "Sono un uomo morto." Gli offrii la protezione della polizia. Si mise a ridere. Gli proposi addirittura di rifugiarsi a casa mia. Rifiutò. "Non voglio avere la sua morte sulla coscienza, Florián" disse, prima di sparire tra la folla. Nei mesi seguenti tutti i vecchi membri del Consiglio di amministrazione della Velo-Granell morirono, apparentemente per cause naturali. Arresto cardiaco fu il responso medico per tutti i casi. Le circostanze della morte erano simili. In camera da letto, da soli, sempre verso mezzanotte, sempre trascinandosi sul pavimento... per sfuggire a una morte che non lasciava tracce. Tutti tranne Benjamin Sentís. Non ci siamo sentiti per trent'anni, fino a qualche settimana fa.»

«Poco prima della sua morte...» precisai.

Florián annuì.

«Telefonò al commissariato e chiese di me. Disse di avere delle informazioni sugli omicidi davanti alla fabbrica e sul caso della Velo-Granell. Lo richiamai e ci parlai. Pensavo che delirasse, ma accettai di fissargli un appuntamento. Per compassione. Rimanemmo d'accordo di vederci il giorno dopo in un'osteria di calle Princesa. Sentís non si presentò. Due giorni dopo un vecchio amico del commissariato mi avvertì che il suo cadavere era stato ritrovato in un tunnel abbandonato della rete fognaria della Ciutat Velia. Le mani artificiali create per lui da

Kolvenik gli erano state amputate. Ma questo c'era sui giornali, invece non è stato reso noto che la polizia ha scoperto una parola scritta con il sangue sulle pareti del tunnel: Teufel.» «Teufel?»

«È tedesco» disse Marina. «Significa "diavolo".»

«È anche il nome del simbolo di Kolvenik» ci svelò Florián.

«La farfalla nera?»

Mosse il capo in senso affermativo.

«Perché si chiama così?» chiese Marina.

«Non sono un entomologo. So solo che Kolvenik le collezionava.»



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