Marked by CAST P.C & Kristin

Marked by CAST P.C & Kristin

autore:CAST P.C & Kristin [P.C, CAST & Kristin]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788842916093
editore: Abyssinian
pubblicato: 2009-03-11T23:00:00+00:00


CAPITOLO 16

«Ecco qui.» Stevie Rae si era fermata con un'evidente aria di disagio e di scuse davanti alla scalinata che portava a un edificio rotondo di mattoni posto su una collinetta che dominava il lato est del muro di cinta. Immense querce creavano buio nel buio, al punto che riuscivo a malapena a intravedere il guizzare delle luci che illuminavano l'entrata. Dall'interno non proveniva nessun chiarore, perché le lunghe finestre ad arco, dai vetri probabilmente colorati, erano state oscurate.

Cercavo di sembrare coraggiosa. «Okay, sì. Be', grazie del Digerix. E tienimi il posto. Questa roba non potrà mica durare tanto. Dovrei riuscire a raggiungervi per cena.»

«Non metterti fretta. Davvero. Potresti incontrare qualcuno che ti piace e volerti fermare un po'. Non ti devi preoccupare se va così, perché io non mi arrabbio e dirò a Damien e alle gemelle che sei in ricognizione.»

«Stevie Rae, io non diventerò una di loro.»

«Ti credo», disse, ma i suoi occhi erano sgranati in maniera sospetta.

«Allora ci vediamo presto.»

«Okay. A presto», replicò percorrendo il marciapiede che riportava all'edificio principale.

Non mi andava di vederla andare via: aveva l'aria triste e derelitta di un cucciolo che è stato sgridato. Perciò salii la scala e mi dissi che non sarebbe stata poi una gran cosa, comunque niente di peggio di quando la mia sorella simil-Barbie mi aveva convinta ad andare con lei al campo per cheerleader (okay, non so cosa mi fosse passato per la testa). Perlomeno il disastro non sarebbe durato una settimana. Probabilmente avrebbero creato un altro cerchio – cosa che, a dire il vero, era stata fantastica –, pronunciato qualche strana preghiera come aveva fatto Neferet e poi ci sarebbe stata la cena. Quello sarebbe stato il momento per me di fare un bel sorriso e andarmene via. Detto-fatto.

Le torce ai lati dello spesso portone di legno erano a gas, non a fiamma libera come nel tempio di Nyx. Allungai la mano verso il pesante battente di ferro ma, con un preoccupante rumore simile a un sospiro, la porta si aprì verso l'interno.

«Ben trovata, Zoey.»

Oh. Mio. Dio. Era Erik. Era tutto vestito di nero e con quei capelli ricci e scuri e gli occhi di un azzurro impossibile mi fece venire in mente Clark Kent – be', okay, nella versione senza occhiali da sfigato e penosi capelli impomatati… perciò… immagino che questo significhi che mi fece venire in mente (ancora) Superman –, be', senza mantello o tutina o grande S…

Quel gran blaterare nel cervello mi si spense di botto quando lui appoggiò il dito bagnato nell'olio sulla mia fronte e tracciò le cinque punte del pentacolo. «Benedetta sia.»

«Benedetta sia», replicai, e non dirò mai grazie abbastanza perché la mia voce non uscì a gracchio, raschio o strilletto. Ah, ragazzi, che buon odore aveva. Ma non riuscivo a capire che cosa fosse. Non si trattava dei noiosi, iperusati dopobarba che i maschi si mettono a litri. Era un odore di… un odore di… di foresta e di notte dopo la pioggia… di qualcosa di legato alla terra e al pulito e…

«Puoi entrare», mi stava dicendo.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.