Nemesi by Jo Nesbo

Nemesi by Jo Nesbo

autore:Jo Nesbo [Nesbo, Jo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Piemme
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


ancora non hanno trovato nulla

contro il surf, ma non si può mai

dire. Il Corano non vieta alle donne

di fumare il narghilè, ma anche

su questo Hamas ha trovato

da ridire e la shisha è finita nella

ormai lunga lista di cose proibite

a Gaza. Perché l’importante è

spegnere la gioia e la voglia di vita,

non si legano col martirio a cui

gli integralisti stanno sottoponendo

tutta la Striscia. Non ci sono

solo ragazzi nel Surf Club di

Gaza. Ci sono anche quattro giovani

promesse: si chiamano

Rawan, Shourok, Sabah e Khoulad.

Sono ragazzine di 14 anni

sveglie e intraprendenti sulle

onde. Certo la loro “mise” in acqua

- calzoni, maglietta e cappellino

- non è proprio delle più

pratiche, ma già quelli di Hamas

alzano il sopracciglio: ragazze

che surfano....

«A noi la politica non interessa,

amiamo il mare; ci interessano

il surf e il nuoto, e mi

creda vorremmo praticarli in

santa pace», spiega di

avrebbe avuto problemi a diplomarsi.» Trond sorrise. «Mi pagava con caramelle rubate perché imparassi la sua calligrafia e scrivessi i temi al suo posto. In ogni caso, questo migli-orava i suoi voti in lettere.» Trond simise a ridere, ma tornò subito serio. «Poi si è stancato della chitarra e ha iniziato a frequentare una banda di ragazzi più anziani di Årvoll. Lev non ha mai pensato che potesse essere pericoloso lasciare quello che aveva. Dietro l'angolo, c'era sempre qualcos'altro, qualcosa di meglio, di più eccitante.» «Forse è stupido chiederlo a un fratello» disse Harry, «ma puoi dire di conoscerlo bene?» Trond rifletté per qualche istante.

«Non è una domanda stupida. Sì, siamo cresciuti insieme. E sì, Lev era estroverso e felice, e tutti - sia i ragazzi sia le ragazze - volevano frequentarlo. Ma in verità, Lev era un lupo solitario. Una volta mi disse che non aveva mai avuto dei veri amici, solo tifosi e ragazze. C'erano molte cose che non capivo quando si trattava di lui. Come quando i fratelli Gausten vennero per fare casino. Erano in tre e tutti erano più grandi di Lev. Io e gli altri giovani del quartiere siamo scappati non appena li abbiamo visti. Ma Lev è rimasto. Si è preso una quantità incredibile di botte da quei ragazzi per cinque anni. Poi un giorno il più vecchio di loro - Roger - è venuto da solo. Noi siamo scappati come al solito. Quando ho sbirciato dal mio nascondiglio, ho visto Roger per terra con Lev sopra di lui. Lev gli aveva bloccato le braccia e le gambe e aveva un bastone in mano. Mi sono avvicinato per guardare. A parte i loro respiri pesanti, nessun suono usciva dalle loro bocche. In quel momento, vidi che Lev aveva piantato il bastone in un occhio di Roger.» Beate cambiò posizione. «Lev era molto concentrato, come se stesse facendo qualcosa che richiedeva una grande precisione e cautela. Sembrava che stesse cercando di rompergli il bulbo oculare. E Roger piangeva sangue che scorreva dall'occhio all'orecchio e dal lobo gocciolava sull'asfalto. C'era un tale silenzio che si poteva sentire il sangue cadere a terra. Goccia dopo goccia.» «E tu che cosa hai fatto?» chiese Beate.«Ho vomitato. Non ho mai sopportato la vista del sangue, mi fa quasi svenire e mi nausea.



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