Noir by Unknown

Noir by Unknown

autore:Unknown
La lingua: ita
Format: epub
editore: Elliot
pubblicato: 2018-05-24T16:24:57+00:00


14

UN SALTO AL JIMMY’S

Feci la scalata, 387 gradini in su e un’altra metà in giù dalla parte opposta, fino a casa di Stilton, tanto per dare una controllata nel caso fosse rientrata. Non mancava nulla, a parte il biglietto che le avevo lasciato. Il biglietto che avevo firmato. Col mio nome. Che stupido. Qualcuno era stato lì, ma non c’erano indizi che si fosse trattato del Formaggio. Niente vestiti buttati in giro; doccia e lavandino erano asciutti.

Perlustrai tutto il triangolo attorno al City Hall – da Van Ness Avenue a Market Street a Golden Gate Avenue – che si chiama il quartiere dei teatri. A dire il vero, nessuno lo chiama così, e se qualcuno lo fa è perché viene da fuori, visto che si tratta del Tenderloin, che per coincidenza ospita la maggior parte dei grandi teatri della città. Mi affacciai dentro ogni teatro in cerca di uno spettacolo con un frac e un cappello a cilindro, chiedendo pure informazioni su un varietà che avesse tra gli attori qualcuno vestito in quella maniera, ma niente da fare. Nessuno aveva visto cose del genere dall’ultima volta che Gene Kelly era passato in città, scalciando per aria e toccandosi la punta dei piedi e via dicendo. Il Chronicle non riportava commenti su nessun varietà di quel tipo in corso nei vari locali, perciò mi ritrovai senza una strada da seguire per rintracciare il Formaggio.

Andai da Cookie’s per trovare un tè e un po’ di compassione, o magari un toast e qualche pettegolezzo. Milo presidiava la sua postazione, versando shot e augurando buon anno a destra e a manca. Lo affiancai appoggiandomi sul lato del taxi.

«Buon anno» disse Milo. «Bel completo elegante, Sammy. Davvero molto elegante, ma non riesce a mascherare la tristezza che filtra da ogni poro della tua pelle».

«Davvero?» chiesi.

«Davvero» rispose Milo. «Posso offrirti una tazza di auguri di buon anno per sollevare il tuo umore?».

«Apprezzerei molto, Milo. Grazie».

Milo incrociò lo sguardo della nuova cameriera, Doris, che tanto nuova non era più, e le fece un cenno alzando un dito, al che lei replicò con un gesto interrogativo indicando me, al che Milo annuì, e un attimo dopo Doris era lì vicino al taxi che mi serviva un caffè con la panna e due cucchiaini di zucchero. Questa era una novità.

«È una novità».

Milo disse: «Sì, è una persona eccezionale, Doris. Abbiamo fatto un accordo».

«Un accordo per spartirvi la torta o un accordo per inzuppare il biscotto?».

«Ahimè» disse Milo «Doris ha qualche anno in più di quelli che preferisco in una ragazza, e mi ricorda mia madre, e in più è testardamente sposata con uno scaricatore di porto che da quanto si dice è uno che si incazza facilmente».

«Ahimè» sospirai. «Però il suo caffè è il top, e con una piccola correzione sarebbe stato perfetto». E non mi aveva nemmeno mandato a quel paese per non averlo preso amaro, il che faceva di Doris uno spettacolo di femmina.

Milo corresse la mia tazza con uno shot versato dalla bottiglia che teneva sotto l’impermeabile.



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