Novelle by Theodor Storm

Novelle by Theodor Storm

autore:Theodor Storm [Storm, Theodor]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-03-28T12:00:00+00:00


«Ora, dal pittore qui presente, fatti raccontare le bellezze della tua fidanzata. Le sa a memoria, e te le può insegnare a regola d’arte.»

L’altro – nessuno lo sapeva meglio di me – non doveva saperne davvero molto delle gioie d’amore: difatti batté bestemmiando un pugno sul tavolo e mi guardò furibondo.

«Come! Non sarai mica geloso, Kurt?» insinuò lo Junker Wulf compiaciuto, quasi assaporando ogni parola sulla sua lingua ingrossata. «Non te la prendere, dai, la cornice per il quadro è bell’e pronta. Il tuo amico pittore è arrivato or ora da Amburgo.»

A queste parole vidi il Von der Risch scattare come un segugio quando sente l’odore. «Da Amburgo oggi? Dev’essersi servito del mantello magico di Faust; difatti il mio stalliere oggi a mezzogiorno l’ha visto ancora a Preetz! È stato a fare una visita a tua zia, all’istituto!»

Portai allora, senza volerlo, la mano al petto dove avevo la borsetta con la lettera: giacché gli occhi avvinazzati dello Junker Wulf erano fissi su di me, quasi che potesse vedere tutto il mio segreto svelato dinanzi a lui. Non passò molto, che le carte volarono frusciando via dal tavolino. «Ah!,» mi gridò «sei stato nell’istituto da mia zia! Fai il doppio gioco, a quanto pare, eh, ragazzo? Chi ti ci ha mandato come messaggero, di’!»

«Voi no di certo, Junker Wulf» risposi. «E questo vi basti!» – Feci per afferrare la spada, ma non c’era; allora mi venne in mente che l’avevo attaccata al bottone della sella quando avevo portato il cavallo nella stalla. Ma già lo Junker si era rimesso a gridare al suo più giovane compagno: «Piglialo, Kurt, tiragli via la giubba! Scommetto tutto questo mucchio di monete che troverai una letterina pulita pulita, che non ti farà certo piacere veder recapitare a destinazione!».

In quell’istante stesso mi sentii addosso le mani del Von der Risch, e subito cominciò tra noi una violenta colluttazione. Mi accorsi subito che non avrei avuto il sopravvento su di lui con la stessa facilità di quand’ero ragazzo, ma la fortuna volle che riuscissi subito ad attanagliargli i polsi, in modo che mi fu davanti come ammanettato. Nello scontro nessuno di noi due aveva pronunciato una parola, ma quando ci guardammo negli occhi, ci accorgemmo che ciascuno di noi aveva dinanzi il suo mortale nemico.

Mi parve che anche lo Junker Wulf pensasse la stessa cosa: s’alzò a fatica dalla sedia per venire in aiuto al Von der Risch, ma, ubriaco com’era, ricadde pesantemente a sedere. Allora, come più forte poteva, con la sua lingua impastoiata si mise a gridare: «Ehi, Tartar, Türk! Dove vi siete cacciati? Tartar, Türk!». Sapevo bene che i due cagnacci, che avevo visto poco prima bighellonare sull’aia davanti all’osteria, sarebbero saltati alla mia gola scoperta. Già li sentivo ringhiare tra il chiasso di quelli che ballavano; allora stesi a terra il mio avversario con un pugno, scappai dalla stanza da una porta laterale, che mi chiusi rumorosamente alle spalle, e mi misi in salvo all’aperto.

Mi ritrovai così, d’improvviso, nel silenzio della notte, nel bagliore delle stelle e della luna.



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