Open Access by Ernest Abadal

Open Access by Ernest Abadal

autore:Ernest Abadal [Abadal, Ernest]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788867051717
editore: Ledizioni
pubblicato: 2020-12-02T16:00:00+00:00


Situazione internazionale

Le origini dei repositories si trovano in arXiv.org, creato nel 1991 dalla comunità dei fisici per condividere pre-prints, ossia, versioni previe di articoli che dovevano essere pubblicati. Pochi anni dopo nacquero CogPrints (1997), per la Psicologia, o RePEc (1999), per l’Economia, che pure hanno raggiunto un vasto riconoscimento dalle comunità scientifiche cui si rivolgono.

Come abbiamo visto, all’inizio del 2000, si è dato un forte impulso all’OA dal punto di vista tecnologico (il protocollo OAI-PMH è del 1999) e anche teorico (con le dichiarazioni di Budapest, Bethesda e Berlino). Questo si traduce in impulso anche per la creazione di repositories.

Quando fu firmata la dichiarazione di Budapest, nel 2002, la maggior parte dei ricercatori non avevano idee di dove depositare i propri lavori se avessero provato a seguire quelle linee guida. L’unica opzione era quella di depositare i documenti in un server – personale o di dipartimento la maggior parte delle volte- una via che non garantiva la permanenza, né la stabilità, né ancora meno, l’interoperabiltà.

La creazione di repositories ebbe un rapido successo, facilitato dallo sviluppo di software specializzati per questa funzione (ex. Dspace, sviluppato dal MIT e dalla Hewlett-Packard, o Eprints, dell’Università di Southampton).

Per conoscere gli aspetti generali della situazione dei repositories, le fonti principali sono i registri internazionali Registry of Open Access Repositories (ROAR) e le Directory of Open Access Repositories (OpenDOAR), che consentono consultazioni per paesi, per materia, per lingua, per tipo di contenuto, ecc. Come vedremo, questi repositories registrano dati leggermente discordanti, il che si deve in parte all’adozione di criteri diversi nella raccolta dei dati, in parte alla diversa frequenza di aggiornamento dei repertori.

I primi repositories contenuti in ROAR risalgono ai primi anni ’90 e da allora il loro numero non ha smesso di aumentare fino ai 3.475 che includeinclusi in questo momento (2.359 secondo l’OpenDOAR).

Questa crescita è diventata evidente dal 2006, anno in cui il numero di depositi si è quadruplicato (dai 180 di gennaio ai quasi 800 dicembre, secondo l’OpenDOAR). A partire da questo grande salto, negli anni successivi si è prodotta una crescita sostenuta, come si può notare nella seguente figura.



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