Oscar e la dama in rosa by Eric-Emmanuel Schmitt

Oscar e la dama in rosa by Eric-Emmanuel Schmitt

autore:Eric-Emmanuel Schmitt [Schmitt, Eric-Emmanuel]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
ISBN: 9788817005432
editore: BUR
pubblicato: 2011-06-25T22:00:00+00:00


P.S. A proposito: qual è, insomma, il tuo indirizzo?

***

Caro Dio,

ecco fatto, sono sposato. È il 22 dicembre, mi avvicino ai trent'anni e mi sono sposato. Per i figli,

Peggy Blue e io abbiamo deciso di rimandare a più avanti. In effetti, credo che non sia pronta.

È successo stanotte.

Verso l'una del mattino ho sentito i lamenti di Peggy Blue che mi hanno fatto saltar su a sedere sul letto. I fantasmi! Peggy Blue era tormentata dai fantasmi mentre le avevo promesso di montare di guardia. Si sarebbe resa conto che ero un incapace, non mi avrebbe più rivolto la parola e avrebbe avuto ragione.

Mi sono alzato e ho camminato fino alle urla.

Arrivando alla stanza di Peggy, l'ho vista seduta sul letto che mi guardava venire, sorpresa.

Anch'io dovevo avere un'aria stupita, poiché all'improvviso avevo Peggy Blue di fronte a me intenta a fissarmi con la bocca chiusa, eppure continuavo a sentire le grida.

Allora ho proseguito fino alla porta seguente e ho capito che era Bacon che si torceva nel letto a causa delle sue ustioni. Per un attimo mi sono sentito la coscienza sporca, ho ripensato al giorno in cui avevo appiccato il fuoco alla casa, al gatto, al cane, quando avevo persino arrostito i pesci rossi (beh, credo che più che altro siano bolliti).

Ho pensato a quello che dovevano aver vissuto e mi sono detto che, dopotutto, era meglio che ci fossero rimasti piuttosto che avere continuamente a che fare con i ricordi e le ustioni, come Bacon, malgrado gli innesti e le creme.

Bacon si è raggomitolato e ha smesso di gemere. Sono ritornato da Peggy Blue.

«Allora non eri tu, Peggy? Ho sempre immaginato che fossi tu a gridare la notte.»

«E io credevo che fossi tu...»

Stentavamo a credere a ciò che succedeva e a ciò che ci dicevamo: in realtà ciascuno pensava all'altro da un pezzo.

Peggy Blue è diventata ancora più blu, il che significava che era molto imbarazzata.

«Che cosa fai, adesso, Oscar?»

«E tu, Peggy?»

È pazzesco quanti punti in comune abbiamo, le stesse idee, le stesse domande.

«Vuoi dormire con me?»

Le ragazze sono incredibili. Io, una frase così, ci avrei messo delle ore, delle settimane, dei mesi a rimuginarla nella mia testa prima di pronunciarla. Lei, invece, me l'ha detta così, con naturalezza e semplicità.

«O.K.»

E sono salito sul suo letto. Si stava un poco stretti ma abbiamo passato una notte straordinaria. Peggy Blue profuma di nocciola e ha la pelle morbida come la mia all'interno delle braccia, ma lei è morbida dappertutto. Abbiamo dormito molto, sognato molto, ci siamo tenuti stretti, ci siamo raccontati le nostre vite.

Certo che al mattino, quando la signora Gommette, la capoinfermiera, ci ha trovati insieme, è stato uno spettacolo. Si è messa a urlare, anche l'infermiera di notte si è messa a urlare, si sono urlate addosso, poi se la sono presa con Peggy e con me, le porte sbattevano, prendevano gli altri a testimone, ci trattavano da «piccoli sciagurati» mentre noi eravamo molto felici e ci è voluto l'arrivo di Nonna Rosa per mettere fine al concerto.

«Volete



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.