Palmira: Storia di un tesoro in pericolo by Paul Veyne

Palmira: Storia di un tesoro in pericolo by Paul Veyne

autore:Paul Veyne [Veyne, Paul]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788811145363
editore: Garzanti
pubblicato: 2016-08-24T16:00:00+00:00


9. UN’IDENTITÀ IBRIDA

Zenobia incarna la duplice personalità di una regina d’Oriente (come a Cesarea la regina Berenice, amante di Tito...) e di una romana a tutti gli effetti. Poteva separarsi dall’impero solo a patto di ritrovarsi immediatamente sotto un’altra tutela, quella della Persia, la cui cultura non era la sua e dove lei stessa era una perfetta sconosciuta. L’antichità ha largamente ignorato il fenomeno moderno della nazione, coincidenza di etnia e stato; le formazioni politiche non avevano difficoltà a essere multietniche. Era un’epoca che non concepiva nemmeno l’idea di una pluralità di stati indipendenti; l’indipendenza riguardava tribù nomadi o di montagna, era l’isolamento di gruppuscoli barbari. Tuttavia, non era mai radicalizzata, o presente o assente, e in particolare le élite locali erano costrette ovunque ad affermare l’evidenza dell’impero, la necessità del dominio romano.

L’impero rappresentava l’ordine sociale dell’epoca. In ogni angolo del territorio, utilizzando le legioni disponibili Roma forniva e assicurava ai potenti e possidenti di ogni luogo il più succulento degli idrocarburi: il mantenimento del potere acquisito; ne faceva i suoi «collaboratori». È così che l’impero romano è durato, non perché le sue leggi fossero giuste né perché i romani avessero un senso dell’organizzazione più acuto di quello dei loro vicini: semplicemente erano convinti di essere nati per imporre la propria autorità su tutti.

Ricchezza, potere, Persia, Grecia, Roma e i suoi imperatori: tutte queste componenti dell’epoca sono raffigurate su un sarcofago rinvenuto a Palmira. Il coperchio di questa bara di pietra è tagliato a forma di letto da banchetto, secondo una consuetudine greco-romana; tuttavia, il defunto scolpito sul letto indossa un abito persiano magnificamente ricamato, le cui pieghe parallele sono schematizzate secondo lo stile arcaico del Medio Oriente.

La cassa del sarcofago è ornata in bassorilievo con una scena di tono elevato: si vede il defunto in persona celebrare un sacrificio. Questo lavoro piuttosto abile e in stile greco-romano riunisce tutte le cariche onorifiche del defunto. La sua testa è cinta da una spessa corona con medaglione frontale, insegna sacerdotale a Palmira come in tutto l’impero; dunque egli aveva il titolo di sacerdote, consueto tra i notabili palmireni. Tuttavia, ha scambiato il proprio vestito orientale con una toga, abito da cerimonia del tutto inusuale a Palmira e che solo i cittadini romani avevano il diritto di indossare; dunque era stato uno dei pochi notabili della città onorati della cittadinanza romana.

Accanto a lui due uomini, vestiti con la tunica corta della gente comune, portano l’uno un volatile e l’altro un cesto di frutta. Sono due personaggi che conosciamo bene: dalla Mosella alla Tunisia e all’Egitto, rilievi, mosaici o pitture funerarie mostrano il corteo dei mezzadri che, una volta l’anno, portano solennemente al padrone i prodotti delle sue terre: un cestino di frutta, una lepre, un gallo. Questi doni obbligatori, che ritroviamo in ogni epoca, simboleggiavano il legame di dipendenza; rappresentavano anche le primizie offerte in sacrificio agli dèi quale ringraziamento per la fecondità dell’anno trascorso. Il nostro defunto palmireno, fiero della sua cittadinanza romana, è rappresentato come un ricco proprietario terriero che domina sui propri contadini.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.