Pandemic AD by Alessandro Girola

Pandemic AD by Alessandro Girola

autore:Alessandro Girola [Girola, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2016-06-28T22:00:00+00:00


SETTE

16 maggio 2013

Battery Park era un disastro. Durante i giorni del picco pandemico molti newyorchesi avevano preso d'assedio gli imbarchi, nella speranza di riuscire ad abbandonare la città coi traghetti. Il governo federale aveva deciso di dichiarare la quarantena a fine gennaio. Alcune compagnie dell'esercito erano state incaricate di controllare tutti coloro che intendevano imbarcarsi. La cosa aveva funzionato per meno di trentasei ore, poi la massa di Gialli che scendeva dal Financial District e dal World Trade Center aveva causato il crollo di quella parvenza di ordine marziale.

In quei giorni, Kenny si trovava lontano, al sicuro. Aveva assistito alle scene riprese dai reporter sul campo e dagli elicotteri mentre si scolava una birra dietro l'altra a Orlando, in Florida. Dava la caccia a un presunto contagiato, un Super di bassa levatura che si faceva chiamare Kite. Era uno dei primi a essersi manifestato a sud della Virginia.

A Battery Park c'erano state almeno tre battaglie, una delle quali aveva coinvolto alcuni agenti del NYPD che volevano forzare l'ultimo blocco dell'esercito. I militari impedivano a oltre cinquecento profughi di imbarcarsi per lasciare New York, perché oramai era impossibile effettuare dei controlli medici accurati, visto che i Gialli arrivavano sempre più numerosi. I poliziotti si erano rifiutati di accondiscendere a quella decisione disumana, soprattutto perché anche a molti di loro non sarebbe stato permesso di lasciare Manhattan.

Tutto ciò che rimaneva di quegli scontri occupava un'area compresa tra la Hudson River Greenway e South Ferry. Si trattava di macchine della polizia crivellate da proiettili, taxi abbandonati con le portiere aperte, valige rovesciate sull'asfalto e di cadaveri spolpati che punteggiavano il verde incolto del parco. Davanti al maestoso Ritz di Two West Street, due carri armati Abrams montavano una guardia muta e silenziosa, senza più equipaggio a bordo oramai da molte settimane.

In quel contesto desolato Maze controllò il livello del carburante che stava pompando nel serbatoio dell'Airon 34521. Aveva quasi finito. Betta lo guardava dal ponte della barca. Syntheto era in ginocchio davanti a lei, ancora incappucciato. Dieci minuti prima avevano sentito l'eco di un'esplosione, quindi un filo di fumo si era levato dal centro di Manhattan. Un episodio che li aveva inquietati.

«Alla battaglia di Battery Park ha partecipato anche un mio amico», commentò la Montoya, in tono di voce piatto.

«Ah sì?», replicò Kenny, senza prestarle troppa attenzione. «Di chi si trattava?»

«Non conosco il suo vero nome, solo il nickname di battaglia: Perfect Stranger. Pattugliava questo quartiere col beneplacito del NYPD.»

«Più o meno come la canzone dei Deep Purple22?»

«Sì, infatti era inglese anche lui. Non era un Super, solo un vigilante di quartiere. Bravo con le arti marziali, credo un ex militare, molto generoso. Penso di averlo visto massacrato dai Gialli, durante una delle ultime dirette televisive da qui. Non sono sicura perché le riprese dall'elicottero erano molto mosse, sai...»

«Se pensava di ammazzare quei cosi a colpi di kung fu non doveva essere una cima.» Si pentì della battuta appena dopo averla pronunciata, specialmente perché Betta pareva ancora sotto shock per la perdita di Brent.



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