Paranormal Love by SHOWALTER Gena

Paranormal Love by SHOWALTER Gena

autore:SHOWALTER Gena [Gena, SHOWALTER]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: NA
editore: Abyssinian
pubblicato: 2010-06-30T22:00:00+00:00


Capitolo 13

Avere una sensitiva nella nostra squadra si rivelò un netto vantaggio. Sapevamo che i cattivi stavano per fare irruzione nell’appartamento prima che lo facessero. D’altra parte avere una sensitiva nella nostra squadra si rivelò anche un netto svantaggio. Per me, almeno.

Perché Lexis aveva ragione. Dannazione! La pianta che avevo incendiato la notte prima era solo un inizio. Alla fine, incendiai effettivamente il suo appartamento.

«Quanto tempo abbiamo?» chiese Rome.

«Non molto» fu la risposta sussurrata. «Pochi minuti.»

I lineamenti di Rome persero ogni espressività mentre si voltava verso di me. «Prendi» disse, gettandomi al volo la borsa che Lexis aveva preparato per me. Me la misi a tracolla e la sistemai sulla schiena. Sentivo l’adrenalina scorrere dentro di me e avevo i palmi sudati.

Tanner era impallidito. «Che cosa devo fare? Che cosa devo fare?» continuava a ripetere.

Rome si mosse rapido verso di noi. Con gesti efficienti, andò al cassetto accanto al lavello, lo aprì e ne estrasse due coltelli.

«Io non uso i coltelli.» Tanner scosse il capo con enfasi.

«Non sono per te.» Rome non lo degnò di un’occhiata. «Lexis» la chiamò, gettandole i coltelli.

Inspirai il fiato con un sibilo, per lasciarlo andare solo quando lei li prese al volo e li impugnò saldamente per il manico. Con un unico, fluido movimento, se li infilò nella cintura.

«Sai cosa fare» le disse Rome.

«Sì.»

«Prendi con te il ragazzo, ci riuniremo più tardi.»

Lo sguardo verde intenso di Lexis si posò su Rome, un po’ triste, un po’ nostalgico. Non sono empatica, ma riuscivo a percepire l’amore che provava ancora per lui e non potei fare a meno di chiedermi ancora una volta perché l’avesse lasciato. «Sii prudente» mormorò.

Rome annuì. «Anche tu.»

Lexis afferrò la mano di Tanner e cercò di trascinarlo fuori dalla cucina, ma lui piantò i piedi a terra. «Viper, andrà tutto bene?»

«Certo.» Dio, speravo che fosse vero.

Posò lo sguardo su Rome, sull’immagine letale che offriva, e poi di nuovo su di me. «Forse dovresti venire con noi e lasciare che se ne occupi Rambo...»

«Lei resta qui» tagliò corto Rome. «Noi abbiamo delle domande e loro hanno le risposte.»

«Resto» dissi con voce tremante. Non sapevo che cosa ci aspettava, solo che sarebbe stato brutto. E che io ero ben lontana dall’essere pronta.

Tanner continuò a impuntarsi.

«Dobbiamo andare» lo sollecitò Lexis, tirandolo per il braccio. «È quasi troppo tardi. Rome non lascerà che le facciano del male.»

Questa era l’assicurazione di cui Tanner aveva bisogno. Solo allora si lasciò condurre lungo il corridoio, ma il suo sguardo preoccupato non mi lasciò fino all’ultimo secondo.

Oh Dio, oh Dio, oh Dio. «Hai una pistola o qualcosa del genere per me?» domandai a Rome.

Lui prese un altro coltello e lo tenne per sé. Era più grande dei primi due, con una punta acuminata. «Sai usare una pistola?»

«No.»

«Allora no.» Anche lui infilò la lama nella cintura.

Mi abbracciai per darmi coraggio. «Che cosa posso fare per essere d’aiuto?»

«Hai dei poteri, ricordi? Usali.»

Mi piaceva che avesse fiducia in me. Ma ero io a non averne. Se fosse rimasto ferito per causa mia, a causa della mia inesperienza.



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