Percy Jackson 2.4 - La casa di Ade by Rick Riordan

Percy Jackson 2.4 - La casa di Ade by Rick Riordan

autore:Rick Riordan [Riordan, Rick]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


37

ANNABETH

Perdere la vista era già stato abbastanza brutto. Essere isolata da Percy era stato orribile. Ma adesso che poteva vedere di nuovo, vederlo morire lentamente a causa del veleno nel sangue delle gorgoni ed essere incapace di fare qualsiasi cosa, quella era la maledizione peggiore di tutte. Bob si issò Percy sulla spalla come fosse una sacca della palestra mentre il gatto scheletro, Piccolo Bob, si raggomitolava sulla schiena di Percy facendo le fusa. Bob cominciò ad avanzare con passo pesante e veloce, persino per un Titano, il che rese quasi impossibile per Annabeth riuscire a stargli dietro. Le bruciavano i polmoni. La sua pelle aveva ricominciato a riempirsi di bolle. Probabilmente aveva bisogno di un altro sorso di acqua infuocata, ma si erano lasciati il Fiume Flegetonte alle spalle. Il suo corpo era così malconcio e dolorante che si era dimenticata come ci si sentiva a non provare dolore. “Quanto manca ancora?” ansimò. “Quasi troppo,” rispose Bob. “Ma forse no.” Molto d’aiuto, pensò Annabeth, ma era troppo esausta per dirlo ad alta voce. Il paesaggio cambiò di nuovo. Stavano ancora procedendo in discesa, cosa che avrebbe dovuto rendere il loro viaggio più facile; ma il terreno era inclinato con la pendenza sbagliata, troppo ripido per correre, troppo insidioso da permetterle di abbassare la guardia anche solo per un momento. La superficie era a volte ricoperta da sabbia, a volte da macchie di melma. Annabeth passava intorno a delle punte di pietra che sporgevano dal terreno, abbastanza affilate da poterle impalare il piede, e mucchi di… bè, non erano esattamente rocce. Erano più simili a delle verruche grosse come angurie. Se Annabeth doveva indovinare (cosa che non voleva fare) pensò che Bob la stesse guidando lungo il grande intestino di Tartaro. L’aria si fece più densa e odorava di fogna. Forse il buio non era altrettanto intenso, ma riusciva a vedere Bob solo grazie al luccichio dei suoi capelli bianchi e della punta della sua lancia. Notò che non aveva ritratto l’arma della sua scopa dalla loro battaglia con le arai. La cosa non la rassicurò. Percy sobbalzò, costringendo a far spostare il gattino che si risistemò nella parte inferiore della schiena di Percy. Di tanto in tanto Percy emetteva dei versi di dolore, e Annabeth si sentiva come se un pugno le stesse stritolando il cuore. Ritornò con la mente al tè che aveva avuto con Piper, Hazel e Afrodite a Charleston. Dei, sembrava essere passato così tanto tempo. Afrodite aveva sospirato e si era fatta nostalgica ripensando ai bei vecchi tempi della Guerra Civile, a come l’amore e la guerra andavano sempre tenendosi per mano. Afrodite aveva indicato con orgoglio Annabeth, usandola come esempio per le altre ragazze: Una volta ho promesso di rendere la sua vita amorosa interessante. E non l’ho fatto? Annabeth aveva voluto strozzare la dea dell’amore. Aveva ricevuto molto di più della sua parte di cose interessanti. Adesso Annabeth stava resistendo in attesa di un lieto fine. Di certo era possibile, non importava quello che dicevano le leggende sugli eroi tragici.



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