Piccole indecenze by Andrea Pellegrini

Piccole indecenze by Andrea Pellegrini

autore:Andrea Pellegrini [Pellegrini, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Castelvecchi
pubblicato: 2022-01-31T23:00:00+00:00


Un appunto prima dell’alba

Quando si preoccupa per la presenza in casa del Conte Marco, quel Foscolo perde il suo tempo.

Nonostante le inquietudini di questi giorni, il mio padrone non resta infatti quasi mai nel palazzo. Nemmeno durante queste ultime settimane che è qui a Milano. Pare che gli affari lo sommergano. La politica, soprattutto. Come membro legislativo della Repubblica lavora al fisco e si occupa del compimento delle pene in caso di infrazione. Dicono sia un devoto del famoso Beccaria, e da anni anche qui in famiglia va ripetendo le sue lezioni. Quanto la pena sarà più vicina al reato, tanto sarà più giusta!, secondo lui. Con lo sguardo arguto e la battuta sempre accesa, il Conte Marco è uno di quelli che certe leggi le esige anzitutto in casa propria. Perché le leggi, ama dire, sono le condizioni con cui gli uomini indipendenti si unirono in società quando furono stanchi di una libertà resa vana dalle incertezze. Dice proprio così, a tavola, in carrozza, nelle occasioni sociali. L’ho imparata a memoria persino io questa frase. E sa unire benissimo l’utile al dilettevole, quando gli serve. Sfrutta sempre a vantaggio, intendo dire, i principi da se stesso intimati. Rassicurato dalle abitudini di questa casa, e rincuorato dall’esistenza della sua moglie giovane, il Conte ha potuto vivere fino ad ora senza incertezze e con una libertà difficile da spiegare.

È un vero libertino, a dirla tutta.

Un amatore freddo e perseverante, quando sta fuori. Uno di quelli che non rinunciano mai a nessuna femmina. Bella o brutta che sia. Altro che politica!, mormorano alla taverna. Io faccio finta di nulla, a certi bisbigli. Non mi interesso, naturalmente. Ma anche a sentire le governanti più anziane è un depravato. Perché le donne il Conte non le ha mai amate sul serio. Questo è vero. È tutto il contrario di suo fratello. Mai si perderebbe dietro a strani capricci, voglio dire, e non soffre passioni. Le donne le usa come le bambole. Né mostra preferenze nelle sue scelte. Ha sempre fatto così. Magre, grasse, rosse o piene di nei, vanno tutte bene. Fin dal giorno del matrimonio con Antonietta, quando fui assunto, la sola condizione resta la segretezza. Perché per lui si può fare tutto, con discrezione.

Soltanto nell’ultimo anno, se i miei garzoni e gli stallieri sono un po’ schietti, il Conte avrebbe visto cadere nel suo carniere addirittura madama Ruga, la più bella di Milano. Poi la Pietragrua, che dicono sappia di pesce marcio. La madama Lamberti. E persino la signora Marini.

Proprio lei.

Quella stessa Marini che fa da mezzana a sua moglie.

Per certe cose Milano è talmente piccola.

Vive in contrada Bagutta, a pochi passi da qui, dove io stesso passai a cercarla per le mie indagini quest’estate. Ed è moglie di un medico, un tale di nome Carlo Maria, un pover’uomo che mai si sognerebbe certi raggiri. Ma la Marini, che di nome fa Giuditta o Giovanna, non lo ricordo, è una donna che sa il fatto suo. Piccola di statura, inquieta come una



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