QUADERNI DI SERAFINO GUBBIO OPERATORE by Luigi Pirandello

QUADERNI DI SERAFINO GUBBIO OPERATORE by Luigi Pirandello

autore:Luigi Pirandello [Pirandello, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: no cover, italiano, public domain, archivio italiano
ISBN: 9788854126213
Google: UWpVefMH78cC
pubblicato: 2011-03-31T10:16:51+00:00


- Gubbio.

- Gubbio, grazie. Io, Cavalena; a servirla.

- Cavalena, grazie, lo so.

- Fabrizio Cavalena: a Roma sono piuttosto conosciuto...

- Sfido, un buffone!

Cavalena si voltò pallidissimo, a bocca aperta, a guardare la moglie.

- Buffone, buffone, buffone, - raffibbiò questa, tre volte.

- Nene perdio, rispetta... - cominciò minacciosamente Cavalena; ma tutt'a un tratto s'interruppe: strizzò gli occhi, contrasse il volto, strinse le pugna, come assalito da un fitto spasimo di ventre, improvviso... - niente! era lo sforzo tremendo, che ogni volta suol fare su se stesso per contenersi, per spremere dalla sua bestialità adirata la coscienza d'esser medico e di dovere perciò trattare e compatire la moglie come una povera inferma.

- Permette?

E m'introdusse un braccio sotto il braccio, per allontanarsi con me di qualche passo.

- Tipica, sa? Poveretta... Ah, ci vuole un vero eroismo, creda, un grande eroismo da parte mia a sopportarla. Non lo avrei, forse, se non ci fosse quella mia povera piccina. Basta! Le dicevo... questo Polacco, questo Polacco, benedetto Iddio... questo Polacco! Ma scusi, che sono parti da fare a un amico, conoscendo la mia sciagura? Mi conduce la figliuola a posare... con una donnaccia... con un attore che, notoriamente... Si figuri quel che è successo a casa mia! E mi manda poi questi regali... anche un collarino per la bestia... e cinquecento lire!

Mi provai a dimostrargli che, almeno quanto ai regali e alle cinquecento lire, non mi pareva ci fosse poi tutto quel male ch'egli voleva vederci. Egli? Ma egli non ce ne vedeva nessuno! che male? egli era contentissimo, felicissimo di quanto era accaduto! gratissimo in cuor suo al Polacco d'aver fatto rappresentare quella particina alla figliuola! Doveva fingersi così indignato per placare la moglie. Me n'accorsi subito, appena mi misi a parlare. Gongolava alla dimostrazione ch'io gli facevo, che in fondo non c'era stato nulla di male. Mi prese per il braccio, mi trascinò impetuosamente davanti alla moglie.

- Senti? senti?... io non so!... questo signore dice... La prego, dica, dica lei... Io non voglio metterci bocca... Sono venuto qua coi regali e le cinquecento lire, va bene? per restituire ogni cosa. Ma se si tratta come dice questo signore... io non so... di fare un'offesa gratuita... di rispondere con una villanìa a chi non ha inteso minimamente di offenderci, di farci male, perché crede... io non so, io non so... che non ci sia... La prego, santo Dio, dica lei, caro signore, parli lei... ripeta alla mia signora ciò che ha avuto la bontà di dire a me!

Ma la sua signora non me ne diede il tempo: m'aggredì, con gli occhi vitrei, fosforescenti, di gatta inferocita.

- Non dia ascolto a codesto buffone, ipocrita, commediante! Non è per la figlia, non è per la cattiva figura! Lui, lui vuole bazzicare qua, perché qua si troverebbe come nel suo giardinetto, tra le donnette che gli piacciono, artiste come lui, smorfiose e compiacenti! E non si fa scrupolo, farabutto, di mettere avanti la figliuola, di ripararsi dietro la figliuola, anche a costo di comprometterla e di perderla, assassino! Avrebbe la scusa d'accompagnare qua la figliuola, capisce? Verrebbe per la figliuola.



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