Rapsodia Mediterranea by Perotti Simone

Rapsodia Mediterranea by Perotti Simone

autore:Perotti, Simone [Perotti, Simone]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Nonostante tutto

Alcuni autori hanno forse pontificato sul Mediterraneo, calcando la mano nel descriverlo con speranza, annotando ogni prova pur minima della sua armonia ed esaltando la sua omogeneità. A furia di leggerli, o di ascoltare gli entusiasti, ho maturato una sorta di insofferenza per le iperboli pan-mediterranee, comprese le mie.Va però detto che a essi si contrappone il grande esercito dei pessimisti, cioè gli osservatori che, con molti argomenti, descrivono il Mediterraneo come il luogo simbolo di separazioni irredimibili, di fratture insanabili, di violenze religiose e politiche. Non lo si può negare più di tanto, tanto meno nella prolungata epoca delle Jihad e dei porti chiusi. E tuttavia, come ha osservato Tahar Ben Jelloun, “nonostante il Mediterraneo sia disordine, è anzitutto sinonimo di vita. Pur con tutte le sue crepe ogni mattina la vita prevale e trionfa”.

Pensiamo per un istante all’Europa unita: una storia straordinaria di unione tra nemici secolari che sul filo di un’idea hanno provato a dialogare e a tollerarsi, e hanno almeno smesso di combattersi. Eppure, dopo settantacinque anni dai “pensieri di Ventotene”, dopo un immenso lavoro ideale, giuridico, organizzativo, economico, l’ausilio di ingenti erogazioni di denaro per progetti cui hanno atteso schiere di donne e uomini, parlamenti, commissioni, che hanno cooperato per decenni con l’obiettivo di aprire confini, creare una moneta unica, favorire la circolazione delle persone… l’Unione europea sembra oggi ancora lontana dalla propria affermazione e dal proprio consolidamento. L’albero è certamente cresciuto, ma rami e radici stentano a propagarsi, tanto che le raffiche dei venti separatisti e nazionalisti fanno ancora molta paura. Se capovolgo i termini e li applico al Mediterraneo, il risultato è sorprendente: dopo secoli di impegno religioso, politico, economico teso a dividere, a massacrare, invadere, ostacolare, il Mediterraneo tuttavia è ancora qui, e “ogni mattina la vita prevale e trionfa”. Dopo secoli di colonialismo, di influenze esterne dei paesi dominanti (soprattutto l’Inghilterra, ma anche la Francia, gli USA, la Russia e tanti altri, inclusa l’Italia), di mafie di ogni sorta, dopo l’applicazione pedissequa di strategie geopolitiche per sfruttare le risorse del Mediterraneo, l’accesso al mare, per irradiarlo di gasdotti per i quali si è stati e si è ancora pronti a uccidere e a far saltare governi… il dialogo resiste, gli scambi resistono, le possibilità di camminare insieme sono dure da realizzare ma sono ancora visibili. E le similitudini tra uomini e donne di questa porzione di mondo, così come le loro peculiarità, restano le medesime di sempre, sintesi di una storia millenaria di incontro, scontro, emulazione, contaminazione che ha generato qualcosa di analogo a un’identità inevitabile, perfino resistente.

Quella storia identitaria c’è, è ancora viva, e combatte contro la disgregazione da sola, a mani nude, senza il contributo di nessuno, senza denaro, senza commissioni, senza parlamenti, senza leggi, anzi, con interessi e derive che remano a tutta forza contro di lei, con dittatori mascherati da presidenti come Mubarak, Ben Ali, Gheddafi, Bouteflika, Assad, al-Sisi, Erdoǧan che hanno gettato lustrini di democrazia negli occhi degli occidentali ipocriti, ma nella realtà hanno tiranneggiato, e ancora in alcuni casi brigano per sfruttare e disintegrare.



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