Ricordando l'Apocalisse by Kurt Vonnegut

Ricordando l'Apocalisse by Kurt Vonnegut

autore:Kurt Vonnegut
La lingua: ita
Format: azw3, epub
Tags: Social Science, Philosophy, Political, Fiction, General, Political Science, Classics
ISBN: 9788807945311
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2010-10-16T22:00:00+00:00


November 11, 1918, courtesy Kurt Vonnegut & Origami Express LLC.

MILITE IGNOTO

Schizzo, courtesy Edie Vonnegut.

Erano tutte sciocchezze, ovviamente, quando dissero che il nostro bambino era il primo che fosse nato a New York City nel terzo millennio dell’era cristiana: dieci secondi dopo mezzanotte il primo gennaio del 2000. Tanto per cominciare, il terzo millennio, come hanno fatto notare innumerevoli persone, non sarebbe iniziato fino al primo gennaio del 2001. Dal punto di vista planetario, l’anno nuovo aveva già sei ore quando nacque nostro figlio, perché era cominciato sei ore prima all’osservatorio reale di Greenwich, in Inghilterra, dove comincia il tempo. Non conta il fatto che la numerazione degli anni dalla nascita di Cristo potrebbe essere solo approssimativa. Il dato era molto oscuro. E chi può dire in quale minuto nasce un bambino? Quando la testa fa capolino? Quando è uscito dalla madre per intero? Quando tagliano il cordone ombelicale? Poiché c’erano molti ricchi premi da assegnare al primo nato della città nel 2000, e ai suoi genitori e al medico di turno, fu deciso con largo anticipo che il taglio del cordone non contasse, perché il momento poteva essere ritardato oltre la cruciale mezzanotte. Ci potevano essere dei medici, in tutta la città, con gli occhi puntati sull’orologio e le forbici in mano, e questo, naturalmente, alla presenza di testimoni, che guardavano le forbici e guardavano l’orologio. Il medico vincente avrebbe avuto una vacanza pagata su una delle poche isole dove il turista poteva sentirsi ancora abbastanza sicuro, che era Bermuda. Ci stazionava un battaglione di paracadutisti inglesi. Comprensibilmente, i medici potevano essere tentati di falsificare l’ora della nascita, se ne avessero avuto l’occasione.

Quali che fossero i criteri adottati, definire il momento della nascita era molto meno controverso che dichiarare quando l’ovulo fecondato nell’utero materno diventava un essere umano. Ai fini della contesa, il momento della nascita era il momento in cui gli occhi o le palpebre del bambino venivano baciati per la prima volta dalla luce del mondo esterno, il momento in cui potevano essere visti per la prima volta dai testimoni. Così il bambino, come nel nostro caso, era ancora parzialmente dentro il corpo della madre. Se fosse stato un parto podalico, certo, gli occhi sarebbero stati quasi l’ultima cosa ad apparire. Ed ecco il lato più assurdo della gara che vincemmo: se fosse stato un parto podalico, o se la piccola avesse avuto la sindrome di Down o la spina bifida, o fosse stata figlia di drogati o malati di AIDS o quel che era, sarebbe stata sicuramente squalificata per qualche cavillo relativo all’ora della nascita piuttosto che, o così avrebbero detto i giudici, per la sua discordanza dalla cosiddetta norma. Dopo tutto, doveva simboleggiare la prosperità e la felicità dei prossimi mille anni. Una cosa garantita dai giudici era che la razza e la religione e la nazionalità dei genitori non potevano assolutamente influenzare le loro deliberazioni. Ed è vero che io sono un nero americano e mia moglie, classificata come bianca, è nata a Cuba. Ma



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