rimettiamo in moto l'Italia by Davide Giacalone

rimettiamo in moto l'Italia by Davide Giacalone

autore:Davide Giacalone
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-07-13T16:00:00+00:00


S=I3

Decisi di fare una cosa che non avevo mai fatto: candidarmi.

Lo feci in occasione delle elezioni siciliane, dove non avevo la benché minima possibilità d’essere eletto. La definii: idea pisacanesca, ma non per questo la consideravo suicida.

Presi quella decisione partendo da una formula: S=I3, la Sicilia è un’ Italia al cubo. Nell’isola la decomposizione delle forze politiche maggiori era in stato avanzato ed evidente a tutti (tranne che a loro). La condizione economica disperante.

Eppure non c’è una sola ragione al mondo per cui la Sicilia debba essere terra di sottosviluppo ed economia assistita.

Valeva la pena di andare a rompere l’aria stagnante e vedere quel che sarebbe successo. Ho imparato molte cose.

Il racconto di quell’avventura non è rilevante dal punto di vista personale, ma per quel che insegna circa la reale possibilità che non solo la Sicilia, ma l’ Italia intera cambi classe dirigente. Non avevo messo in conto neanche l’ ipotesi di potere vincere, ma il modo in cui quell’operazione si svolse, e si concluse, dice e insegna moltissimo a quanti non vogliano praticare la rassegnazione.

Le elezioni siciliane si sono tenute anticipatamente, alla fine di ottobre 2012, perché il presidente uscente, Raffaele Lombardo, decise di dimettersi anticipatamente. Uomo assai affezionato al potere, capace di gestirlo con maestria e spregiudicatezza, imboccò quella strada perché aveva già cambiato maggioranza; quel che ne rimaneva era agli sgoccioli e le dimissioni erano l’unico modo per evitare che giungesse in porto la riforma costituzionale che portava da 90 a 70 i consiglieri regionali, che nell’isola si chiamano «deputati».

Condannando i siciliani all’immutabilità, Lombardo li solleticava, carezzando il loro senso di unicità e superiorità: siamo diversi, non c’è ragione che da noi si faccia quel che si fa altrove. Pessima strada. Sarebbe buona quella opposta: facciamo in Sicilia quel che non si è capaci di fare altrove.

In molti attendono che le novità elettorali siano partorite dal Nord, fiscalmente tartassato e produttivamente indebolito, quindi dalla rabbia per quel che governi e Parlamento hanno fatto per sgambettare l’ Italia che corre. Proviamo a immaginare il contrario, che il nuovo possa venire dal Sud, da questa Sicilia, umiliata e offesa, la cui società civile è stata azzerata, la cui realtà produttiva è stata violentata e si preferisce che l’intera economia sia intermediata dai professionisti della politica, dai geni della specialità. Proviamo a dire: basta.

La sinistra siciliana è stata dilaniata dagli interessi e corrottadalla loro amministrazione. È spappolata. La destra è scomparsa, il pdl praticamente impresentabile, o non pervenuto, come nelle elezioni palermitane. I fenomeni di protesta si contendono lo spazio con l’orlandismo, a sua volta vincente e a sua volta conferma che non cambia nulla, in questa terra disperata e disperante. Possibile che tutto sia stato raso al suolo? Eppure la Sicilia è una potenza economica, una realtà produttiva, una terra di mezzo fra civiltà diverse, ha un posizionamento fenomenale, ha una popolazione orgogliosa. Liberate tutto questo dall’assistenzialismo clientelare, dalla spesa pubblica corruttiva, dalla delinquenza organizzata, dalla cultura della diversità, e da una classe politica inguardabile e vi troverete davanti



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.