Riverside by Bianca Rita Cataldi

Riverside by Bianca Rita Cataldi

autore:Bianca Rita Cataldi [Cataldi, Bianca Rita]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 9781517697976
editore: CreateSpace Independent Publishing Platform
pubblicato: 2015-10-05T22:00:00+00:00


4.

Perché era questa l’idea che Damian Burton aveva dell’insegnamento. Niente di più, niente di meno. Tuttavia, mentre strascicava i piedi verso l’aula delle punizioni, pensò che miss Dickinson, in fondo in fondo, non fosse poi così cattiva. Certo, l’aveva appena sbattuto fuori dall’aula sibilando come una serpe, ma era il minimo che potesse fare. Damian era consapevole di averla offesa, e ferita: non è bello dire a una donna che sembra vecchia. D’altronde, non era neppure vero. Certo, quando indossava quelle orribili gonnellone verde vomito e legava i capelli in un crocchio da vecchia zitella era ben lungi dal scatenare gli ormoni in un ragazzino di sedici anni. Tuttavia, Damian si era reso conto del cambiamento avvenuto in Amabel molto più di quanto avessero fatto coloro che erano davvero al suo fianco, come Rachel. Damian aveva notato la sostituzione delle gonnellone verdi con dei normali pantaloni di velluto. E quella camicetta bianca? Era trasparente, e miss Dickinson non se n’era neppure accorta. Insomma, non era da lei! Quella donna seduta dietro la cattedra, adesso, sembrava una ragazza impacciata, insicura. Arrossiva per un nonnulla e pareva quasi che…beh…che non conoscesse la Storia. Certo, questo faceva un po’ ridere. Amabel Dickinson era sempre stata una donna incredibilmente colta: conosceva a memoria i nomi di tutti i re inglesi, era un’esperta di antropologia storica e aveva letto tutti i libri di Bloch e di Febvre e di chissà chi altro. Da due giorni, però, miss Dickinson sembrava diversa. Era come se…come se avesse rimosso tutte le sue conoscenze. Come se avesse smarrito la memoria, o qualcosa del genere.

Damian, perso in questi pensieri, quasi non vide Megan, che gli saltò al collo come una bambina, strillando:

«Damian! È da stamattina che ti cerco. Dove ti eri cacciato?».

«Ero…in classe» balbettò lui, confuso.

«Sei arrivato in anticipo, allora. Senti, miss Dickinson ti ha parlato per caso di ieri? Del fatto che ci ha sorpresi nel supermercato durante le ore di lezione?».

Megan era agitata e parlava in fretta, mangiandosi le finali delle parole.

«No, tranquilla, non ha detto niente».

«E allora perché stai per entrare nell’aula di punizione?» chiese lei, indicando la scritta Detention sulla porta dinanzi a loro.

«Perché ho detto a miss Dickinson che sembra vecchia e mi sono rifiutato di completare la verifica di storia».

Megan fischiò, ammirata.

«Cavoli, devo dire che hai proprio un bel fegato a metterti contro di lei. E’ una donna-cannone quella, lo sai?».

«Can che abbaia non morde, Megan» rispose Damian. Quel proverbio non gli era mai sembrato più veritiero.

«A me non risulta. Devo forse ricordarti che l’anno scorso ti ha fatto sospendere per due giorni solo perché le avevi detto che Alessandro Magno era più checca di Elton John?».

Damian scoppiò a ridere.

«Avevo più senso dell’umorismo, un anno fa» sospirò poi, ravvivandosi i capelli con una mano.

«In realtà, fu veramente esagerato, da parte sua, sospenderti per questo».

«Non mi sospese solo per questo, Megan. In realtà, mimai con le mani quello che, secondo me, facevano Alessandro Magno e i suoi amici e…».

Megan si lasciò andare a una risata cristallina.



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