Sirene by Pugno Laura

Sirene by Pugno Laura

autore:Pugno, Laura [Pugno, Laura]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


12

Samuel sentì il sudore colargli sotto la tuta. Non aveva molto tempo per trovare Mia. La durata di un’applicazione di biacca protettiva era di circa mezz’ora, più o meno il tempo di spostarsi da un posto all’altro. Dopo trenta minuti, come recitavano i minutissimi caratteri sul flacone, “la casa produttrice non garantisce l’incolumità”.

Spalmatevi la biacca, o il cancro nero vi divorerà. Come uno scherzo crudele, il vero nome del prodotto era SST, safe self tan. Un autoabbronzante di ultima generazione, dalla sfumatura miele o cioccolato, pronta in tubetto per la vostra pelle. I suoi insoliti effetti collaterali – protezione integrale della pelle dalle degenerazioni tumorali, anche se per un brevissimo periodo – erano stati scoperti al dilagare dell’epidemia.

Ovviamente la biacca si trovava solo al mercato nero. Ma i dipendenti yakuza godevano di certi privilegi.

Il giorno dopo, agli impianti sarebbe venuto il dermatologo. Ogni quindici giorni, la yakuza mandava uno dei suoi medici di fiducia nella riserva marina.

Samuel tirò fuori dalla tasca il flacone quasi vuoto di SST e se ne spalmò un po’ su viso e collo. La tuta, in teoria, avrebbe protetto il resto del corpo. Avrebbe avuto bisogno di una maschera usa e getta, ma erano diventate introvabili.

Ripeté il richiamo.

Nessuna traccia di Mia.

Era capitato, in passato, che qualche esemplare riuscisse a fuggire dagli impianti, anche se era raro che le sirene da allevamento tentassero la fuga. Secondo Ken’nosuke, era perché non avevano idea di cosa ci fosse fuori. Secondo Samuel, il condizionamento ormonale spappolava loro il cervello.

Prima di venire attaccate ai tubi per essere ingozzate di grasso, alghe standard e scarti di pesce, le sirene appena nate sembravano sentire qualcosa. Un richiamo dall’oceano, forse. Un istinto. Dopo il condizionamento ormonale, ingozzate come oche – “A proposito, hai mai assaggiato il foie-gras di sirena? È delizioso!”, era un classico esempio di conversazione da party – erano semplice carne da macello.

Le sirene da allevamento non tentavano di fuggire. Ma capitava ugualmente, di tanto in tanto, che qualche esemplare finisse nell’oceano, per un errore nel funzionamento delle paratie o della griglia di filtraggio, al momento del ricambio quotidiano dell’acqua. O perché qualcuno dei grandi yakuza voleva provare l’emozione della caccia.

Qualcosa si mosse, sotto il livello dell’acqua. In profondità.

Una manta. Un esemplare enorme, come un lenzuolo di carne nell’oscurità, color nero, color niente. Erano rari a vedersi.

Un bello spettacolo, ma non era Mia.

Samuel chiuse gli occhi, li riaprì. La manta era scomparsa.

Dove ti sei cacciata, piccola mezzoumana, pensò Samuel, fatti trovare prima che il sole mi ammazzi.

Gli venne voglia di tuffarsi, ma l’oceano avrebbe sciolto la biacca in pochi istanti, l’acqua avrebbe concentrato i raggi del sole sul suo corpo come una lente.

Mia aveva le ore contate, pensò Samuel. Era questione di tempo e uno squalo l’avrebbe divorata. Ma forse quella era una morte migliore. Meglio finire in bocca a uno squalo che sgozzata nel macello yakuza.

Samuel immaginò la testa di Mia recisa dal corpo, come ai vecchi tempi, quando le sirene erano macellate col taglio della gola. Avrebbe fatto la sua bella figura, con i lineamenti quasi umani e la pelle biancoargento, imbalsamata su una scrivania.



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