Soulmates (Italian Edition) by Pike Aprilynne

Soulmates (Italian Edition) by Pike Aprilynne

autore:Pike, Aprilynne [Pike, Aprilynne]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788820090159
editore: SPERLING & KUPFER
pubblicato: 2014-03-17T23:00:00+00:00


Ventitré

CAMMINIAMO per quella che sembra un’eternità. Mi pare che lui stia tornando verso Camden, ma sempre tenendosi fra gli alberi. Con le dita intirizzite, controllo l’ora sul mio cellulare, che continuo a usare come torcia.

Sono via da quasi sessanta minuti. Ho così freddo che non riesco a muovere gli alluci nelle scarpe e nevica così forte che quasi non riesco a vedere Quinn a pochi passi da me.

«Quinn», lo chiamo sommessamente, allungando il passo per raggiungerlo di nuovo. «Non posso proseguire ancora per molto», dico, sorpresa che mi permetta di avvicinarmi. «Quanto manca?»

Ma nemmeno questa volta mi risponde. Mi guardo attorno nella fioca luce del telefonino. Dobbiamo essere a circa due chilometri dall’auto, ma a parte questo, non ho idea di dove siamo. Cerco di non pensare a quanto freddo potrò avere accumulato ora che torneremo.

O a quanto sarà alto il sole.

«C’è qualcuno...» incespico e perdo qualche secondo per raddrizzarmi. «C’è qualcuno che mi segue. Mi ha sparato. Non posso andarmene in giro così. E il mio... il mio amico Benson è ancora nell’auto. Quinn!» chiamo, ma la mia voce è attutita dalla neve fresca.

Una collinetta bassa con qualche ciuffo d’erba imbiancata che spunta qua e là attira la mia attenzione quando il cono di luce del cellulare lo illumina.

«Da questa parte», mormora Quinn indicandomi proprio la collinetta. Io lo seguo mentre la neve e le foglie secche mi scricchiolano sotto i piedi.

All’improvviso incespico in qualche erbaccia che crea un dislivello, ritrovandomi con il sedere per terra e le gambe affondate nel fogliame fino alle ginocchia.

«Ho creato questi gradini nascosti volutamente.» La voce di Quinn è un sussurro sopra di me.

«Be’, grazie per avermi avvertito prima», borbotto. Sento già la neve che mi si scioglie contro i jeans, inzuppandomi la biancheria. Perfetto. Speriamo almeno che questa passeggiata di mezzanotte valga la pena, perché la mia pazienza si è già esaurita e l’ipotermia non migliora il mio umore.

Quinn non dice niente, si limita a guardare lontano. Io mi ripulisco dalle foglie secche prima di decidermi a scendere i sei gradini di pietra che conducono a una porta erosa dal tempo, apparentemente appoggiata al fianco della collina. Un rifugio, finalmente.

Mi blocco notando qualcosa. Osservo la porta e la scala coperta di foglie morte. Saprà pure dove si trova questo posto, ma Quinn non è stato qui di recente: sarebbe impossibile ricreare questa vegetazione intricata, nascondendo le tracce di un eventuale passaggio. «Come mai non sei venuto qui prima?» chiedo fissando un’elaborata serratura.

«Stavo aspettando te.»

Mi volto a studiarlo un attimo, lasciando che il calore liquido del suo sguardo mi scivoli dentro e mi scaldi il petto – ho così freddo... Poi mi giro controvoglia e cerco di aprire la strana maniglia rotonda.

«È bloccata.» Forse tutto questo viaggio è stato inutile? Una cappa di frustrazione mi scivola addosso.

«Puoi aprirla in qualsiasi momento tu desideri.»

«Anche ora?» Le dita delle mani e dei piedi cominciano a farmi male e vorrei togliermi da questo gelo anche solo per pochi minuti. Per un attimo mi chiedo se per caso posso creare anche il calore, ma accantono subito l’idea.



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