Sovvertimento dei sensi by Zweig Stefan

Sovvertimento dei sensi by Zweig Stefan

autore:Zweig Stefan
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
ISBN: 9788879727495
editore: Corbaccio
pubblicato: 2016-06-15T22:00:00+00:00


La mattina egli per primo scese per la colazione. Sospirando si sedette; ogni boccone gli faceva nausea.

"Daccapo solo", pensò, "sempre solo!... Quando vado al lavoro la mattina, esse dormono, pigre e stanche del ballo o del teatro... Quando rincaso la sera, esse son fuori, a divertirsi in società: lì non sanno che farne di me... Oh, il danaro, questo maledetto danaro le ha guastate... me le ha allontanate. Io, cretino, l'ho raggranellato, centesimo per centesimo, derubando me stesso, e ho fatto povero me e cattive loro... Per cinquanta insensati anni o sfacchinato, non concedendomi un giorno di riposo, e adesso sono solo...".

A poco a poco diventava impaziente. "Perché non viene?... Voglio parlarle, debbo dirglielo... bisogna partire da qui, subito... Perché non viene?... Probabilmente ha ancora sonno, dorme saporitamente con la coscienza tranquilla, mentr'io mi dilanio il cuore, io cretino... E la madre fa la sua toeletta per delle ore; deve fare il bagno, imbellettarsi, ricevere la "manicure", farsi pettinare: quella non scende prima delle undici... C'è da stupirsi allora sulla riuscita della figlia?... Oh, il danaro, il maledetto danaro".

Udì alle sue spalle un fruscio, un passo leggero. "Buon giorno, babbino, hai riposato bene?". Qualcosa, di lato, si chinò teneramente su di lui, un sottile bacio gli sfiorò la fronte martellante. Involontariamente tirò il capo indietro: il dolciastro odore torbido del profumo Coty gli faceva ribrezzo. E poi...

"Cos'hai, babbino, sei nuovamente di malumore?... Un caffè, cameriere, e "ham and eggs"... Mal dormito o cattive nuove?".

Il vecchio Salomonsohn si frenò. Chinò la testa senza aver il coraggio d'alzare gli occhi e tacque. Vedeva solo le sue mani sul tavolo, le care mani; fini e curate, come levrieri viziati giocavano mollemente sulla tovaglia bianca. Egli tremava. Timidamente il suo sguardo toccava le delicate braccia verginali, che prima... (quand'era?) l'avevano tante volte abbracciato prima d'andare a letto... Vedeva la tenera linea dei seni che sotto il nuovo maglione ondeggiavano mollemente nel respiro. "Nuda... nuda... s'è rotolata con un uomo estraneo", pensava rabbiosamente. "Tutto questo lui l'ha afferrato, toccato, accarezzato, gustato, goduto... carne e sangue miei... mia figlia... Oh, l'uomo canaglia... oh... oh...".

Inconsciamente aveva di nuovo sospirato. "Ma che cos'hai, babbino?" insistette essa carezzevole. "Che cos'ho?" urlava dentro di sé. "Una sgualdrina per figlia e non ho il coraggio di dirglielo".

Ma brontolò solo indistintamente: "Nulla! Nulla!" e afferrò presto il giornale per farsi con esso schermo, nell'incapacità d'incontrare i suoi occhi indagatori. Le mani tremavano. "Ora dovrei dirglielo, ora, finché siamo soli" pensava tormentato. Ma la voce gli mancò e non trovò la forza neppure di alzare gli occhi.

E d'un tratto buttò indietro il sedile, e con passo pesante fuggì verso il giardino, perché sentiva che suo malgrado una grossa lagrima gli scendeva sulla guancia, e lei questo non doveva vederlo.



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