Stati nervosi by William Davies

Stati nervosi by William Davies

autore:William Davies [Davies, William]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858430958
editore: Einaudi
pubblicato: 2019-06-13T16:00:00+00:00


La ferita della privazione di potere.

Quella di Dpts non è una diagnosi molto comune, sebbene la sua prevalenza tra particolari fasce della società, ragazze adolescenti in particolare, sia molto preoccupante. Alcune stime suggeriscono che il 70 per cento degli americani subisca nella vita qualche tipo di trauma (come un’aggressione o un incidente automobilistico grave), in seguito al quale circa un quinto sviluppa Dpts. Il Dpts però, accanto alle speculazioni di Freud sulla coazione a ripetere, ci insegna che l’essenza del trauma non è il dolore, ma il senso acuto di privazione di potere che lascia una persona vulnerabile al dolore, anche solo come possibilità. La «coazione a ripetere» o il rilascio costante dell’ormone del «combattimento o fuga» sono modi in cui mente e corpo cercano inconsciamente di tornare al passato, ma stavolta con una sensazione di controllo o preparazione.

Il modello psicologico della ricerca del controllo sulla sofferenza si può osservare in altri disturbi e comportamenti. Questi possono apparentemente contraddire gli assunti di base sulla razionalità e l’individualismo umano. Si prenda per esempio l’autolesionismo fisico. Per circa trent’anni dopo la Seconda guerra mondiale, le tipiche forme di autolesionismo registrate da psichiatri e medici erano quelle che comportavano avvelenamento e tentato suicidio, per cui il paziente era trasportato d’urgenza in ospedale per essere curato45. A torto o a ragione, questo veniva spesso interpretato come «grido d’aiuto», un modo di usare il corpo per comunicare la disperazione e cercare attenzione. Era un atto disperato, eppure sociale, che sfruttava il proprio corpo per trasmettere un messaggio agli altri. Negli anni Settanta e Ottanta del Novecento però gli psichiatri hanno iniziato a notare una diversa forma di autolesionismo, classificato ora come «autolesionismo non suicida» (in genere procurarsi dei tagli), che accadeva in privato, apparentemente senza alcuno scopo comunicativo.

Azioni come procurarsi tagli sono oggi comprese come mezzo per esercitare un tipo di autocontrollo emotivo, per ridurre una sensazione di tensione o fornire uno stimolo emotivo. In diretto contrasto rispetto al «grido d’aiuto», i tagli fungono da valvola di sfogo o autoregolazione dei sentimenti, ponendo colui che taglia in controllo del proprio dolore e prevenendo un senso di vuoto. Come ha scritto lo psicologo clinico Jay Watts, «spesso l’autolesionismo si verifica quando è l’unica libertà rimasta»46. È un fenomeno comune tra i detenuti, ma anche tra coloro (oggi soprattutto giovani donne e ragazze) che si sentono intrappolati in standard troppo ristretti di aspetto o comportamento. Concretizzando il danno psicologico in quello fisico, chi si taglia conferisce al proprio dolore un’esistenza tangibile che può vedere egli stesso. Dimostra che sé stesso e i propri sentimenti sono reali e spesso rende quel dolore la base di una routine grazie alla quale la vita quotidiana è di nuovo gestibile.

Lo stesso problema di controllo riguarda il picco di mortalità tra uomini di mezza età notato da Case e Deaton. Un aspetto inquietante di quella ricerca non era solo il restringimento dell’aspettativa di vita che rivelava, ma il ruolo attivo degli individui nelle proprie morti premature. Come nel caso dell’improvviso aumento della



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