Terra ignota - Il risveglio by Vanni Santoni Hg

Terra ignota - Il risveglio by Vanni Santoni Hg

autore:Vanni Santoni Hg [Santoni, Vanni]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Fantasy, General
ISBN: 9788852043130
Google: CUziAAAAQBAJ
Amazon: B00FAH963U
editore: MONDADORI
pubblicato: 2013-09-23T22:00:00+00:00


Grazie alla mappa e alla bussola si indirizzarono finalmente in modo sicuro verso Diomira; addirittura, un solo giorno più tardi, dopo che Val si stupì nel vedere le due ore di furioso addestramento cui Ailis e Brigid si sottoponevano all’alba, incapparono in una strada lastricata di grigio basalto.

— Ecco come facevano le strade gli antichi — osservò Val. — Adesso davvero stiamo entrando nel territorio delle Cinquantaquattro Città: l’incrocio dei due sogni.

— Che significa?

— Non lo so, Ailis. Così dicono i monaci, nella mia terra. Credo abbia a che fare col Sogno dell’Imperatrice.

— Il Sogno dell’Imperatrice crea il mondo — disse Brigid nella lingua del Sud–ovest.

— Cosa?

Ailis tradusse. Val annuì: — Quella cosa lì. Sarà anche un sogno, diceva sempre mio fratello, ma certo non per noi, che ci svegliamo solo morendo.

Continuarono sulla via lastricata, gli zoccoli di Nemico che facevano risuonare la pietra sotto di essi, per un giorno intero. Al tramonto, quando superarono un alto canneto, la strada si presentò magnificamente costeggiata da due file di sei statue colossali. Tutte le dodici statue, che raffiguravano personaggi vestiti con bizzarri panneggi, avevano una mano col palmo rivolto in avanti, e tutte avevano il volto privo di lineamenti, come se fosse stato scalpellato via.

— Antichi dei — disse Val — di popoli che non conoscevano l’Imperatrice.

Si accamparono sotto una di esse, sentendosi vagamente protetti da quella presenza. Avevano quasi finito il cibo, ma Val si rivelò un bravo cacciatore: sapeva mettere trappole a laccio di grande raffinatezza, e prendere uccelli e roditori con una fionda caricata con molti piccoli sassi, e riuscì a rimediare carne sufficiente per tutti e tre.

Quella sera, intorno al fuoco, mentre spennava gli uccelli per cuocerli, Val spostò gli occhi dalle fiamme alle due ragazze che si stavano massaggiando gli arti e le schiene affaticate con una tecnica a lui sconosciuta, che faceva scrocchiare le ossa e ballare la carne come se fosse stata la pasta per fare il pane, e pensò che da quando aveva lasciato casa non si era mai sentito così bene come in quel momento, lì sotto alla statua, in compagnia di quelle due: perché quella libertà a lungo sognata, per la quale aveva abbandonato tutto e si era avventurato assieme alla feccia peggiore, comandata da feccia ancora peggiore, per lande ignote e ostili punteggiate di villaggi miserandi e ricolmi di gente che aveva in odio le “gloriose truppe imperiali”, e che aveva capito essere un’aspirazione impossibile se non addirittura assurda all’interno di un esercito, e la quale tuttavia, una volta veramente conquistata, una volta davvero solo e libero nel mondo dopo che i suoi compagni erano stati ammazzati dai contadini, aveva scoperto nuovamente illusoria, perché vincolata alla tutela della propria incolumità, compito talmente improbo e totalizzante in quelle lande selvagge per un giovanotto delle civili Terre Franche da piegare a sé e soffocare qualunque anelito e desiderio, quella libertà, ora, lì, all’ombra di un dio dimenticato, assieme a quelle due assurde ragazzine che facevano a pezzi uomini grandi e grossi come



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