Terrore! by AA.VV

Terrore! by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T09:04:10+00:00


La Casa del Tempio

Brian Lumley fu affascinato dalla produzione dello scrittore americano H.P. Lovecraft durante il suo servizio militare in Germania e a Cipro. Si cimentò nella composizione di racconti horror dello stesso genere, dapprima scrivendo una versione aggiornata dei famosi Miti di Cthulhu dello stesso Lovecraft, in due antologie, The Caller of the Black e The Horror at Oakdene alle quali seguì il romanzo Beneath the Moors.

Continuò a lavorare sui temi di Lovecraft in diverse serie di libri, ma in epoca più recente ha trovato una dimensione propria con la trilogia di bestseller Psychomech, Psychosphere, Psychamok, The House of Doors, e la serie di cinque volumi Necroscope. Nel 1989 ha vinto il British Fantasy Award con il racconto Fruiting Bodies, che dà il titolo alla nuova antologia.

Ne La Casa del Tempio l’autore ritorna alle sue radici letterarie ma, anche se usa i parametri tipici dei Miti di Lovecraft, l’orrore che questo racconto provoca nel lettore, è assolutamente caratteristico di Lumley.

1. La chiamata

Ritengo che, date le circostanze, sia perfettamente naturale che la polizia mi chieda una testimonianza scritta che finora ho rimandato; e ritengo anche di essere autorizzato a scrivere senza sorveglianza, perché sono co-scienti della pessima condizione dei miei nervi, e anche perché sono stato rinchiuso senza alcun motivo in questo posto.

Ma, sebbene sia stato trattato con la massima cortesia, io continuo a protestare molto energicamente contro il proseguimento della mia detenzione qui dentro. Sapendo quello che so ora, esprimerei la stessa protesta contro la detenzione in qualsiasi prigione o istituto di qualsiasi punto della Scozia… in qualsiasi punto delle Isole Britanniche.

Prima di cominciare, però, voglio sottolineare il fatto che, poiché non è stata portata alcuna accusa contro di me, io faccio questa deposizione di mia volontà, ben sapendo che, così facendo, corro il rischio di prolungare il mio soggiorno in questo luogo detestabile.

Posso solo sperare che, quando la si sarà letta, si vedrà che non avevo alternative nel seguire il corso delle azioni che sto per descrivere.

A voi, lettori, giudicare. La mia sanità mentale - se posso considerarmi ancora sano di mente - la mia stessa esistenza, potrebbero dipendere dalle vostre scoperte…

Vivevo a New York quando mi giunse la lettera del legale di mio zio.

Inviata da un indirizzo sulla Royal Mile, la larga strada ripida e pavimentata di ciottoli che porta alla spianata del Castello di Edimburgo, la grande busta gialla sigillata esibiva tutti i contrassegni dell’ufficialità, sicché, già prima di aprirla, cominciai a temere il peggio.

Non che fossi stato in grande intimità con mio zio negli ultimi anni (mia madre mi aveva portato via dalla Scozia quando ero ancora un bambino, subito dopo la morte di mio padre, e non vi ero mai tornato) ma ricordavo bene lo zio Gavin. Anzi, lo ricordavo meglio di quanto ricordassi mio padre perché, mentre Andrew McGilchrist era sempre stato chiuso e introver-so, lo zio Gavin era stato tutto l’opposto. Caldo, aperto e generoso al massimo, mi aveva viziato senza ritegno.

Ora, secondo la lettera, era morto, e mi aveva nominato suo



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