The young world by Chris Weitz

The young world by Chris Weitz

autore:Chris Weitz [Weitz, Chris]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788820093150
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2015-10-03T16:00:00+00:00


Viene fuori che Pelato e Rosso avevano una certa fama e noi non avremmo dovuto avere neppure una possibilità con loro, quindi le quotazioni erano piuttosto alte. L’apparizione di Mantide e Jefferson in una puntata di Wrestlingmania ci ha fruttato ben duemila dollari. I nostri soldi moltiplicati per dieci.

È un bel malloppo, possiamo portarci via un sacco di roba buona da mangiare e pallottole a go-go. I venditori del mercato ora ci trattano come se fossimo parenti che non vedono da un sacco di tempo. E nessuno osa dire niente a Sozzo, lo chaperon dei nuovi ricchi.

Per un qualche tacito accordo ciascuno di noi ha il permesso morale di comprarsi una cosa del tutto inutile, così, solo per il piacere di farlo. Il che è fantastico, perché c’è proprio una fila di bancarelle dedicate a cose che non servono assolutamente a niente. Sono i nuovi status symbol: gli oggetti inutili. Ci sono cuffie di tutti i tipi che la gente porta appese alle orecchie come gioielli, magliette con scritte ironiche, trucchi, giocattoli, anelli d’oro, orologi fermi, controller per i videogiochi.

Io mi prendo una maglietta con su scritto SPERO DI NON SVENIRE PERCHÉ QUESTA COSA È FANTASTICA. Peter se ne compra una che dice: HO INSEGNATO IO A CHRISTIAN GREY TUTTA QUELLA ROBA. Mantide si prende un piccolo taccuino con su scritto: CI STIAMO DIVERTENDO UN MONDO A QUESTO PICNIC! chiuso con un nastro dorato.

Cervellone nel frattempo guarda una pila di Lego. Prende un pezzo luccicante e gli fa il classico esame alla Cervellone, che consiste nel tenere una cosa vicinissima alla faccia e fissarla come se ci fosse un messaggio segreto scritto da qualche parte in lettere minuscole.

«Trovato qualcosa che ti piace, CV?» chiedo.

Lui mi guarda, ma non dice niente. Si gira verso la venditrice e domanda: «Perché è così caro?»

Venditrice: «Googlalo, amico. Un paio di settimane fa un ragazzino passa di qui e dice che comprerà tutti i Lego che trova. Ha pagato un sacco di soldi. Questo lo sto conservando per lui. Se lo vuoi, dovrai superare il suo prezzo».

Guardo il resto della roba della bancarella, un’accozzaglia di giocattoli di plastica da quattro soldi e roba di legno supereducativa fatta tipo in Vermont o qualcosa del genere, ossia il genere di giocattoli con cui nessun bambino vorrebbe mai giocare.

Cervellone paga davvero troppo per dieci mattoncini Lego.

Io: «A cosa servono?»

Cervellone: «Ancora non lo so».

Quando abbiamo finito la nostra scorpacciata di acquisti, ci rimangono ancora qualche centinaio di dollari e Sozzo suggerisce di festeggiare.

Peter: «In effetti mi servirebbe proprio un drink».

Jefferson annuisce. Mi sarei aspettata di vederlo un po’ più spavaldo dopo aver battuto quel ragazzo; voglio dire, la maggior parte degli uomini non fa che vantarsi dopo una zuffa, costringendo tutti a parlarne. Jeff invece sembra triste e un tantino irritabile, come quella volta che avevano perso i Knicks. Forse è perché un nuovo fucile per lui è fuori dalla nostra portata.

Sozzo dice che ci porterà in un posto speciale. Ci guida su per le scale dell’atrio principale, lungo un corridoio laterale e su per altre scale.



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