Tutti racconti vol. 2 - I racconti di guerra by Ambrose Bierce

autore:Ambrose Bierce [Bierce, Ambrose]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fanucci
pubblicato: 2006-05-14T16:00:00+00:00

Una faccenda di avamposti

I

Il desiderio di morire

Due uomini erano seduti a conversare. Uno era il governatore dello Stato. Correva l'anno 1861; la guerra era in corso e il governatore era già noto per l'intelligenza e lo zelo con cui aveva posto gli uomini e le risorse dello Stato al servizio dell'Unione.

«Cosa! Voi?» chiese in tono di evidente sorpresa. «Anche voi volete una nomina militare? I pifferi e i tamburi devono aver proprio prodotto un profondo cambiamento nelle vostre convinzioni. Suppongo che, nella mia posizione di ufficiale di reclutamento, non dovrei essere esigente, ma…» c'era un pizzico di ironia nei suoi modi «be', avete dimenticato che è necessario un giuramento di fedeltà?»

«Non ho modificato né le mie convinzioni né le mie simpatie» disse l'altro con calma. «Anche se le mie simpatie vanno al Sud, come mi fate l'onore di ricordarmi, non ho mai dubitato che il Nord fosse nel giusto. Sono un Sudista di fatto e nel cuore, ma nelle faccende importanti è mia abitudine agire in base a ciò che penso e non a ciò che provo.»

Il governatore tamburellava distrattamente sulla scrivania con una matita e non rispose subito. Dopo un po', disse: «Ho sentito dire che al mondo ci sono vari tipi di uomini, quindi ritengo che ce ne siano alcuni di questo genere, e senza dubbio voi pensate di essere uno di loro. Vi conosco da parecchio tempo e, scusatemi, ma non credo che lo siate.»

«Allora devo supporre che rifiutate la mia richiesta?»

«Sì, a meno che riusciate a smentire la mia convinzione che le vostre simpatie sudiste costituiscano un ostacolo. Non metto in dubbio la vostra buona fede e so che siete dotato di grande intelligenza e fornito dell'addestramento consono ai compiti di un ufficiale. Affermate che le vostre convinzioni sostengono la causa dell'Unione, ma preferisco un uomo che ci metta il cuore. È con il cuore che gli uomini combattono.»

«Sentite, governatore,» disse il giovane, con un sorriso smagliante ma poco caloroso «ho un asso nella manica… una qualifica che avevo sperato non fosse necessario menzionare. Un'importante autorità militare ha dato una ricetta semplice per diventare un buon soldato: 'cercate sempre di farvi ammazzare'. È con questo fine che desidero arruolarmi. Forse non sono un gran patriota, ma voglio morire.»

Il governatore gli lanciò un'occhiata tagliente, poi gelida. «C'è un modo ancora più semplice ed esplicito» disse.

«Nella mia famiglia, signore,» rispose l'altro «non lo facciamo… nessun Armisted l'ha mai fatto.»

Seguì una lunga pausa di silenzio e nessuno dei due guardò l'altro. Poi il governatore sollevò lo sguardo dalla matita con cui aveva ripreso a tamburellare e chiese: «Chi è lei?»

«Mia moglie.»

Il governatore gettò la penna sulla scrivania, si alzò e attraversò la stanza due o tre volte. Poi, si voltò verso Armisted, alzatosi a sua volta, gli rivolse un'occhiata più gelida di prima e disse: «Ma l'uomo… non sarebbe meglio se lui… ma il paese non potrebbe privarsi di lui invece che di voi? O gli Armisted sono contrari alla 'legge non scritta'?»

A quanto pare, gli Armisted si offendevano

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