Unbreakable by Kami Garcia

autore:Kami Garcia [Garcia, Kami]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Horror, Fiction
ISBN: 9788852055386
Google: N2qMBAAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2014-09-22T22:00:00+00:00

20

UNO SPIRAGLIO DI LUCE

Priest pulì il dischetto infangato e vide che al centro del cerchio d’argento, sotto lo sporco, era incastonato un vetro rosso. Mi sedetti a terra con addosso la giacca di Lukas sopra i vestiti bagnati. Quando me l’aveva offerta, ero troppo infreddolita e non mi era sembrato il caso di fare l’orgogliosa e rifiutare.

«Dobbiamo rientrare nel furgone, prima che voi due moriate congelati.» I nostri quasi-annegamenti avevano tirato fuori l’istinto materno di quell’osso duro di Alara.

«Neanche per sogno. L’indizio per trovare il prossimo componente dev’essere qui da qualche parte» protestò Priest.

«Dove? Là dentro?» Jared smise di camminare avanti e indietro e indicò il pozzo.

«Secondo te?» Priest inarcò le sopracciglia.

Alara gli diede una spintarella affettuosa. «Non dirlo neanche per scherzo.»

Lukas sbirciò oltre il bordo di pietra. «Nessuno torna laggiù.»

«Magari è dentro la casa» azzardai.

«A Lilburn, il disco e l’indizio che ci ha portati in questo posto erano insieme» commentò Priest con tono scettico. «La casa è parecchio lontano da qui.» Si rigirò il dischetto di vetro tra le dita, affascinato. «Chiunque abbia progettato questo Trasformatore doveva essere un vero genio.»

Mentre ruotava il disco tra le mani, un lampo di luce illuminò un lato del pozzo.

«L’avete visto?»

Indicai il muretto di pietre grigie.

Priest si guardò intorno. «Che cosa?»

«Io l’ho visto.» Lukas puntò il dito verso il dischetto che Priest teneva in mano. «Giralo di nuovo.»

Priest rigirò ancora il cerchio di vetro. Una luce quasi fosforescente andò a colpire esattamente lo stesso punto di prima. Lui si chinò, passò il disco sulle pietre e all’improvviso comparvero delle lettere, che sembrava fossero state scritte con un inchiostro luminescente. «Non ci posso credere.»

SCATOLA DI UN DYBBUQ, SUNSHINE

«Cos’è la scatola di un dybbuq?» domandai.

Alara scosse la testa. «Meglio che tu non lo sappia, fidati.»

«Aspetta. Io lo so.» Lukas si mise a camminare avanti e indietro accanto al pozzo. «Mio padre mi ha raccontato la storia di una di queste scatole.»

«E quindi, che cos’è?» insistette Priest.

«Papà diceva che nella tradizione ebraica si crede che se una persona commette dei peccati molto gravi durante la vita terrena, alla sua anima non viene concesso di riposare, dopo la morte del corpo» spiegò Lukas. «Definiscono “dybbuq” lo spirito disincarnato della persona defunta, che va cercando una cosa sola: un corpo da possedere. Mio padre me ne ha parlato un paio di volte. Ma pensavo fosse solo un caso, fino a ora.»

«Hai detto che ti ha raccontato una storia, no?» lo incalzò Alara.

Lukas annuì. «Dopo la Seconda Guerra Mondiale, una signora polacca di origine ebraica si trasferisce in America e porta con sé soltanto un armadietto per i vini. Lo tiene sempre rinchiuso nella sua stanza da cucito e lo chiama dybbuq. La donna non permette mai a nessuno di entrare nella stanza e prima di morire lascia precise istruzioni, affinché l’armadietto venga sepolto insieme a lei. Ma sentite qua: il rabbino non acconsente. E così l’armadietto viene venduto durante una liquidazione dei beni.»

Jared sembrava sorpreso. «Non mi ricordo questa storia.»

«Be’, a quanto pare papà non ti diceva proprio tutto» fu la frecciata di Lukas.

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