Viva Il Re! by Marco Travaglio

Viva Il Re! by Marco Travaglio

autore:Marco Travaglio [Travaglio, Marco]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: American Government, Leadership, National, Political Process, Political Science
ISBN: 9788861905498
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2013-12-05T23:00:00+00:00


Tanti saluti alla difesa

Le contraddizioni della sentenza più pazza del mondo esplodono non appena, l’8 febbraio 2013, il gip di Palermo Riccardo Ricciardi avvia l’udienza per decidere solitariamente il da farsi sulla distruzione dei quattro nastri Napolitano-Mancino, ordinata dalla Corte costituzionale. Primo problema: la Consulta nulla poteva imporre al gip, visto che il conflitto il Quirinale l’aveva sollevato contro la procura. Teoricamente la sentenza impone alla procura di chiedere la distruzione delle intercettazioni, ma non al gip di accogliere la richiesta. Il giudice potrebbe conservarle e sollevare un’eccezione di incostituzionalità dinanzi alla stessa Consulta contro l’articolo 271 del Codice di procedura penale, così elasticamente interpretato dalla Consulta, con la conseguente lesione del diritto di difesa dei 12 imputati per la trattativa.

Infatti gli avvocati di Massimo Ciancimino, Francesca Russo e Roberto D’Agostino, così come Fabio Repici, legale di parte civile per Salvatore Borsellino, chiedono ufficialmente al gip Ricciardi di poter ascoltare i nastri. I difensori di Ciancimino invocano anche un’eccezione di incostituzionalità sul 271. In caso contrario ricorreranno in Cassazione e chiederanno i danni allo Stato per violazione del diritto di difesa. Ma il loro ricorso contro un eventuale diniego del gip sarà comunque inutile, perché il provvedimento che impugneranno sarà già stato eseguito con la distruzione dei cd-rom con le telefonate dello scandalo. E se poi la Cassazione desse loro ragione, al danno si aggiungerebbe la beffa, perché intanto le telefonate distrutte non sarebbero più ascoltabili. Con il rischio di attirare sull’Italia una condanna della Corte europea per i diritti dell’uomo per la lesione al diritto di difesa; ma anche di invalidare il processo, visto che pure gli altri imputati (compreso, paradossalmente, Mancino) potrebbero sostenere di non essersi potuti difendere adeguatamente.

In ogni caso, il gip Ricciardi decide di chiudere lì la tormentata partita e dispone la distruzione tombale delle fatidiche bobine, respingendo l’istanza dei legali. Motivo: occorre scongiurare «il rischio concreto di divulgazione all’esterno dei contenuti delle conversazioni». Per placare il sacro terrore di Napolitano, i difensori di Ciancimino dovranno fidarsi del giudice, che ha ascoltato le telefonate e assicura che non riguardano «interessi afferenti principi costituzionali supremi (tutela della vita e della libertà personale, salvaguardia dell’integrità costituzionale delle istituzioni della Repubblica) che possano essere in qualche modo irrimediabilmente pregiudicati dalla distruzione delle registrazioni».

Il Romanzo Quirinale giunge così al suo epilogo nel peggiore dei modi. I supporti informatici dei file originali delle quattro telefonate, conservati nel server della procura in una saletta del supercarcere dell’Ucciardone, e i cd-rom con le copie allegate alla richiesta di distruzione inoltrata dalla procura, verranno presto cancellati da un perito informatico. Il bello è che il server della procura è gestito dalla società Rcs, la stessa che a Milano aveva garantito così bene la segretezza della telefonata Consorte-Fassino sul caso Unipol, che un dipendente aveva potuto trafugarla e passarla a Paolo e Silvio Berlusconi, i quali l’avevano fatta pubblicare sul «Giornale» di famiglia all’inizio della campagna elettorale del 2006. Non resta che sperare che stavolta qualcuno non si sia fatto una copia dei cd-rom, da usare al momento opportuno per ricattare o screditare il presidente.



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