Gli eroi son tutti giovani e belli by Francesca Giannone

Gli eroi son tutti giovani e belli by Francesca Giannone

autore:Francesca Giannone [Giannone, Francesca]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Action & Adventure
ISBN: 9788831292085
Google: TmlGxwEACAAJ
editore: AbelPaper
pubblicato: 2019-09-14T22:00:00+00:00


Capitolo 6

Terzo interludio. I fatti dell’Arneo – prima parte

Dalla Gina, poi, mia madre finì che ci andò. Nessuno ne seppe mai nulla all’infuori di zia Angela che, pur giurando di mantenere il segreto, smise per qualche tempo di farci visita e di rivolgerle la parola: non si capacitava del fatto che una donna potesse maltrattare in questo modo il dono più bello che il Signore potesse farle. Aveva tentato fino all’ultimo di dissuaderla, come c’era da aspettarsi. Neanche minacciarla di finire bruciata all’inferno era servito a qualcosa. “Tanto ci finiremo tutti, ognuno per i motivi suoi”, era stata la risposta laconica di mia madre.

La mattina in cui il fatto doveva accadere, si levò dal letto allo spuntare del sole, dopo aver passato la notte con gli occhi sbarrati puntati sul soffitto. Accanto a lei mio padre se l’era dormita profondamente per tutto il tempo, e di nulla si era accorto. In quel periodo non aveva altri pensieri che l’Arneo: c’era da organizzarsi al meglio, coordinarsi con gli altri paesi, curare ogni aspetto nei dettagli, dal momento che di fallire proprio non potevano permetterselo. Mia madre, dal canto suo, era convinta di avere deciso per il giusto. “Non ti senti in colpa nei confronti di Lorenzo?” era stata una delle tante domande con cui zia Angela l’aveva sopraffatta. Se si sentiva in colpa? Non proprio, o perlomeno non ogni volta che ci pensava. Da quanto tempo Lorenzo era altrove con la testa? Da quanto non le chiedeva cosa voleva lei, cosa pensava? All’occupazione, per dire, era contraria. Aveva il presentimento che non avrebbe portato a niente di buono, e che alla fine tutti si sarebbero ritrovati non solo senza le terre promesse dal ministro Gullo, ma senza neanche più lo straccio di lavoro che adesso, anche se poco, dava a tutti di che mangiare e sopravvivere. Se la sua parola avesse avuto un qualche peso, avrebbe detto a tutti quanti di aspettare, di fare in modo di ottenere la terra che spettava loro per il tramite della legge, e non con un atto di forza che, ai suoi occhi, delegittimava tutto quanto. Ma tanto a cosa serviva? La sua opinione non l’aveva chiesta nessuno.

La verità la disse solo a me, quando diventai abbastanza adulto da poter capire. È che lei un altro figlio proprio non lo voleva. Mi amava tantissimo, ero la gioia della sua vita, e guai a chi si fosse azzardato a sostenere il contrario, ma bastava il pensiero di affrontare tutto quel trambusto daccapo a svuotarla all’improvviso di ogni energia. Non si trattava di fatica fisica, a quella era abituata fin da piccola e non si era mai risparmiata quando c’era da lavorare duro. Era piuttosto l’idea che il suo corpo si sarebbe sformato ancora, lasciando ulteriori segni oltre a quelli che già aveva e che, tutte le volte che si guardava allo specchio, non poteva fare a meno di avere in odio. A nulla era servito spalmarsi olio di oliva per tutta la durata della gravidanza: il



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