Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli: La guerra infinita alla burocrazia by Gian Antonio Stella

Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli: La guerra infinita alla burocrazia by Gian Antonio Stella

autore:Gian Antonio Stella [Stella, Gian Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Social Science, General, Literary Collections, Essays
ISBN: 9788858824948
Google: kZcVDAAAQBAJ
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2016-04-12T22:00:00+00:00


7.

“Non offrite birra alle alci”

Lacci, lacciuoli e norme pazze all’estero

Nello Utah “è vietato fare sesso sull’ambulanza durante le chiamate d’emergenza”. In Alaska “è proibito legare il cane sul tettuccio dell’auto. A meno che l’animale non sia legato con lacci incrociati al veicolo…”. In Nevada è illegale “cavalcare un cammello in autostrada”.

In Arkansas (dove non si può “passeggiare con la mucca nella Main Street” della capitale Little Rock dopo le 13 della domenica) è severamente vietato pronunciare sbagliata la parola “Arkansas”. In seguito “ad approfondite ricerche e studi effettuati dalla Società storica statale e dalla Società eclettica di Little Rock, che hanno concordato sulla corretta pronuncia quale la si evince dalla storia e dagli usi linguistici originari degli immigrati”, dice infatti la legge, “si decreta che l’unica pronuncia corretta e accettata del nome dello stato derivi dal termine usato dagli indiani nativi inteso in francese e reso nella grafia del termine francese che rappresenta quel suono. Deve essere pronunciato in tre (3) sillabe, con la ‘s’ finale muta, la ‘a’ in ogni sillaba pronunciata all’italiana e gli accenti sulla prima e sull’ultima sillaba. La pronuncia accentata sulla seconda sillaba e la ‘a’ pronunciata come in ‘man’ e la pronuncia della ‘s’ finale costituisce un’innovazione da scoraggiarsi”.

Mal comune mezzo gaudio, dirà qualcuno: hanno dei burocrati pazzi, annidati perfino tra i giudici, anche gli americani. Verissimo. Colpa soprattutto dello stare decisis (in latino significa “rimanere ancorati a quanto deciso”), il principio cardine della common law, in base al quale il giudice per emettere una sentenza deve rifarsi alle sentenze precedenti sullo stesso tema. Insomma, spiega la Treccani, “le decisioni prese dalle corti superiori in un precedente caso analogo sono considerate vincolanti per i giudici delle corti inferiori”.

Il risultato lo ha riassunto sul “Messaggero” Anna Guaita: “Gli Stati Uniti hanno una quantità di leggi obsolete di gran lunga superiore a qualsiasi altro paese al mondo. Il motivo è ovvio: quella che è oggi una federazione, era una volta un’accozzaglia di stati, territori e cittadine di frontiera, ognuno con le proprie leggi. Quando il tutto si è fuso a creare gli Stati Uniti d’America, nessuno si è curato di svuotare le soffitte legali di ciascuno stato o territorio”.

E in quelle “soffitte”, elencava la corrispondente dall’America, c’era di tutto: “A Oak Park, nell’Illinois, una vecchissima legge mai abolita destina alla galera i padroni dei galli che cantano prima delle sei del mattino”, nel Vermont è obbligatorio “farsi almeno un bagno a settimana, in Illinois è proibito togliersi le scarpe in ambienti chiusi, nonché è vietato a chi abbia mangiato aglio di andare a teatro prima che siano trascorse quattro ore”.

E via così. Esiste addirittura un sito, dumblaws.com, presentato come “la gogna del legislatore scemo”, che ride delle regole più assurde, nate appunto da qualche sentenza specifica su un episodio specifico. Un ubriacone tentò di far bere una pinta di birra a un alce? La sentenza, emessa a Fairbanks, in Alaska, è entrata nella giurisprudenza: “è illegale offrire birra a un alce”. E altre “leggi” sono così



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